Politica

Casafredda, ora l’acqua è potabile: la Madonna ha fatto il miracolo

Oltre al luogo di falda il pozzo alimenta le reti idriche di altre tre frazioni: Tuoro, Furnolo e Gloriani

TEANO (Elio Zanni) – Il Comune di Teano, l’altro giorno, ha emesso un’ordinanza sindacale che ha fatto preoccupare non poco gli oltre 400 cittadini della frazione Casafredda: l’acqua pubblica risultava non potabile, ossia contaminata da pericolosi batteri.

Ieri la «ripigliata» dopo le nuove analisi Asl: l’acqua è di nuovo potabile. Tutto in un giorno. Meglio così? Certo. E che si è pure udito nell’aria dalla frazione ai piedi di Roccamonfina e fino a piazza Mazzoccolo nel centro capoluogo un profondo sospiro di sollievo.

La parte istituzionale è nella nota Asl Ce Prot. n. 0142770/Uopc (Unità operativa di protezione collettiva) 1428 del 09/06/2023, che dice; «L’acqua prelevata dalla rete idrica della frazione, ora, è rientrata nei limiti previsti dal D.Lg.vo 18/2023 per il parametro microbiologico».

Ma c’è una domanda che, a questo punto, frulla nella testa di una schiera vastissima di osservatori esterni: cosa è successo veramente a Casafredda tanto che la qualità dell’acqua è degenerata fino a farne dichiarare la non potabilità e poi tutto è tornato in ordine in un giorno? 

Nel tentativo di capirci qualcosa occorrerà ricapitolare brevemente. La «mazzata» di ieri l’altro è arrivata a causa dell’improvvisa scoperta della presenza di «batteri coliformi ed Escherichia coli» nell’acqua di una fontanina pubblica della zona. Non c’è da scherzare: stiamo parlando di inquinamento fecale, ossia di quei batteri che si trovano soprattutto nelle feci umane e animali.

Ecco perché, pur non volendo fare degli inutili allarmismi, va detto che la preoccupazione è legittimamente dilagata ben oltre la frazione Casafredda. Anche perché ci risulta che il pozzo di Casafredda raggiunge anche le frazioni di Tuoro, Furnolo e Gloriani. Che dicono le analisi di queste altre tre comunità periferiche?

Preoccupazioni legittime per carenza di particolari e di informazioni. Non v’è cittadino onesto e coscienzioso che in questo momento non si stia chiedendo quali possano essere state le azioni tecniche poste in essere per cui l’acqua è subito tornata potabile? E se nessuno ha fatto nulla si può, di converso, lecitamente affermare che la Madonna abbia fatto il miracolo?

I mezzi di informazione possono fare la loro parte: apprendere le notizie, verificarle, approfondirle e proporle all’attenzione dell’opinione pubblica, ma poi occorre fare anche dell’alto, oppure è tutto inutile. Nel caso in questione, per esempio: vanno subito chieste analisi e approfondimenti per individuare le cause dell’inquinamento e adottare tempestivamente i dovuti provvedimenti.

Potrebbero esserci sulla rete idrica delle dispersioni occulte, magari in prossimità della condotta fognaria. In queste condizioni basta interrompere il flusso d’acqua per ottenere un effetto aspirante per cui da dove defluiva la perdita adesso entra liquido inquinato, melma, fango, feci umane o animali. E questo è solo un esempio di tante altre casistiche ricorrenti che qui non è possibile enunciare.  

Spesso è l’ignoranza tecnica in materia e la disattenzione degli amministratori pubblici a creare più danni di una rete idrica vetusta. Occorre mappare le dispersioni e ripararle con tecniche omologate e normate. Occorre sorvegliare l’esecuzione di questi lavori. Ma chi chiederà mai che sia fatto tutto questo?

Occorre reclamare trasparenza dei dati, analisi accurate e loro periodicità che, in caso di superamento dei limiti di legge non può e non deve essere il minimo tabellare previsto.

Bisogna pretendere che l’amministrazione comunale e l’Asl diano non solo scarni comunicati di tipo «on-off» nell’uso della risorsa primaria, ma risposte puntuali, informate, accurate, analitiche.

Insomma, rispetto ai batteri tipici delle feci umane e animali nell’acqua di Casafredda occorrerebbe che gli stessi amministratori pubblici (se non quelli di maggioranza almeno i componenti dei gruppi di minoranza…) chiedessero immediatamente e per vie ufficiali di capire: se siamo al cospetto di un fenomeno improvviso, temporaneo ed eccezionale oppure è accaduto un fatto che potrebbe ripetersi. Qui la cosa è serie: si tratta di tutelare la salute pubblica.

E anche perché, quanto accaduto a Casafredda, non crei allarmismi ingiustificati portando i cittadini a un utilizzo smodato di acqua imbottigliata ritenendo (e questo sarebbe ancora più grave) che l’acqua pubblica che scorre dai rubinetti di casa e dalle fontanine per strada non sia più sicura.