Cultura

Il poeta Bencivenga presenta «Vent’anni d’amore… nella terra dei roghi»

Tra i versi l’Alfa e l’Omega, il bello e la devastazione. Iniziativa targata Politiche giovanili e Forum giovani

TEANO (Elio Zanni) – Il prossimo sabato 24 giugno sarà presentato, in piazza Filippo Mazzoccolo (presso il caffè Meraki), alle 19.30 il libro di poesie «Vent’anni d’amore… nella terra dei roghi». É l’utima opera letteraria, in ordine di tempo, del poeta campano Sossio Bencivenga.

Nella speranza che il poeta voglia declamare qualche verso e poi, magari, dare agli astanti la chiave di lettura – tutta personale – di qualche sua poesia, saranno le presentatrici a introdurre il lavoro del Bencivenga. Previsti i saluti della consigliera delegata alle Politiche giovanili Antonella Melese e della coordinatrice del Forum giovani Sara Finocchi. Moderatrice del momento piuttosto originale per Teano, organizzato su modello «caffè letterario», Angela Zannini, persona da sempre molto attenta alle attività culturali e ricreative di valorizzazione e rilancio del turismo locale.

Leggendo anche solo qualche verso del libro, emerge lo sforzo poetico-sintetico compiuto per creare incredibili suggestioni, sempre in bilico tra i sentimenti più puri dell’essere umano e le azioni più orrende, invece, compiute nei confronti del suo stesso ambiente.

Il poeta, oltre ad attingere nel suo intimo, di fatto capitalizza le esperienze di partecipazione a convegni ambientalisti. Luoghi e momenti nei quali, non senza lusinghieri riscontri, ha avuto occasione di leggere ad attente e vaste platee le sue poesie a tema ambientalista.   

Poesie spesso metafore, con l’esaltazione di misteriose figure femminili e dell’amore (senza stereotipi) e sullo sfondo un ambiente rovinato, al limite dell’umana sopportazione.  

Chiaroscuri inaspettati. Affreschi di un mondo che solo il bello e l’amore potranno salvare. Sossio Bencivenga è il poeta dai «testi illustrati», dal linguaggio figurato. Sembra di vederlo lì, seduto dalla sua «Panchina» a trascrivere appannaggio del lettore il Vesuvio piuttosto che il golfo di Napoli o i bambini che giocano.

Poesia di una ingenuità profonda e perduta, di una schiettezza necessaria, ma che di fatto non c’è non esiste in troppi giovani; non in tutti per fortuna. Ragazzi e ragazze che, salvo felici eccezioni, ritengono putroppo di non aver affatto bisogno di immaginare le cose con la forza della mente. Giovani cui basterà accendere lo smartphone, inserire il termine voluto ed accedere ai panorami, alle rondini, al porto, ai bambini che giocano. Poco importa che siano fermi, freddi, non empatici, distanti.

Ebbene, in questo senso, il libro di Bencivenga è, infatti, una iniezione di fiducia, un antidoto a questo vizio di bruciare i sogni con la tecnologia e azzerare la fantasia con la realtà virtuale.

Ecco perché sarà curioso e indispensabile, nel centro urbano di Teano, sentire chi, attraverso la poesia, disseta la mente e appaga l’animo «ascoltando Neruda». Sarà importante capire quante tra «Arco e vita» sono le frecce poetiche residue, gelosamente custodite da Sossio Bencivenga nella sua faretra: la sua vena poetica.