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Lettera aperta della Redazione ai cari web-Lettori «vicini e lontani» di TeanoCE.it

«Vogliamo bene a tutti: soprattutto a quelli che non si offendono, accettano critiche, chiedono precisazioni»

TEANO (REDAZIONALE) – «TeanoCE» è nato con un solo scopo: quello di dare le notizie. Non ci si è posti il problema se le notizie sarebbero state belle o brutte, di elogio o di aspra critica nei confronti di chi si cimenta da poco o da sempre in politica. Sicuramente, da cittadini, possiamo garantirvi (senza alcun timore) che non ci sta alcun gusto a criticare questo o quello, ma solo il desiderio di dare una notizia.

È evidente che ogni articolo è frutto della visione di chi osserva un dato avvenimento e ne pone in evidenza gli aspetti considerati degni di nota, da parte dell’articolista. Possiamo dirvi che non abbiamo mai avuto e mai avremo la volontà o il desiderio di offendere questo o quello per una stupida ripicca o antipatia personale. E quindi, a poco vale ritenersi offesi da un articolo che racconta la verità o che cerca di avvicinarsi, sempre, il più possibile ad essa – La Verità – utilizzando tutti i mezzi in nostro possesso e le persone di nostra conoscenza.

Piaccia o non piaccia. Gradito o meno ogni pezzo, articolo o servizio rappresenta una verità con la quale ogni cittadino di questo Comune deve fare i conti. Sicuramente, ci sarebbe piaciuto e ci piacerebbe avere la possibilità di raccontare tutte le opere meravigliose realizzate e i grandi passi fatti in avanti.

Siamo nati da poco. Eppure, dopo qualche mese, ci sentiamo già in dovere di ringraziare quanti dalla nascita di questo giornale hanno voluto contribuire con notizie, articoli, anche piccoli fatterelli che non abbiamo avuto ancora modo di trasformare in articoli e pubblicare.

Ecco cos’è TeanoCE: allegato di CasertaCE e quindi è una Testata giornalistica vera e propria, registrata in Tribunale, con un Direttore, un Editore, un commercialista, un’agenzia pubblicitaria, un caposervizio per la sede centrale e uno per quella periferica, un Vice -Caposervizio, un Direttore editoriale, un coordinatore, con i suoi redattori, collaboratori interni ed esterni e i suoi referenti territoriali. C’è piena autonomia tra la sede centrale e quella sidicina. CasertaCE scrive- ovviamente – quel che vuole e che il Direttore ritiene possa essere scritto. Altrettanto fa TeanoCE. Cari web-lettori Vi si chiede qui di tenere sempre a mente questo concetto: oggi, domani e sempre: vige la piena autonomia tra le due Redazioni.

Sicuramente, non possiamo ringraziare chi, vicino, tanto o poco, ai banchi del Consiglio comunale, di maggioranza o minoranza, ha voluto apostrofarci con poco lusinghieri epiteti, chi ci ha mandato messaggi o ci ha chiamato facendoci dono di insulti, invettive, filippiche, reprimende e lamentele perché a detta di costoro in quel pezzo o in quell’altro si criticava il nipote, il fratello, la sorella, la cugina, la madre e chi più ne ha più ne metta. O quanti ci hanno fermato per chiederci se gli vogliamo ancora bene.

Noi vogliamo bene a tutti. Soprattutto, a quelli che non si offendono, a quelli che non ritengono che il nostro scopo sia di tessere le loro lodi, a prescindere se meritate o meno. Vogliamo bene a tutti quelli che accettano che le critiche sono un buon punto di partenza per crescere e migliorarsi; che volere bene non può assolutamente significare che si riceva uno speciale salvacondotto che garantisca la totale ed assoluta immunità da ogni critica e da ogni appunto. Vogliamo bene, soprattutto, a quelli che non pensano di essere «unti del Signore» o salvatori della patria, che non continuano a ripetere il solito mantra che hanno lasciato lavoro, famiglia, amici e amanti solo per salvare questa città.

Vogliamo bene, specialmente, a quelli che sono consapevoli che in una conversazione due bugie sono accettabili ma tre sono veramente troppe, che l’onestà intellettuale si apprezza in chi riconosce sia i meriti altrui che le proprie colpe perché a nostro modo di pensare non esiste chi sta sempre nel giusto e chi sta sempre nell’errore. Ma vogliamo un bene infinito a chi non cerca, dopo un anno e più, di ripetere che la colpa è di coloro che erano seduti tra quei banchi come amministratori, in precedenza. Perché quelle amministrazioni fanno parte del passato. Gli elettori le hanno bocciate, forse, con colpe maggiori di quante effettivamente ne avessero e ora a quelli che siedono nei banchi della maggioranza vengono richieste soluzioni, com’è giusto che sia, non atti di accusa.

La stampa di regime è sparita con la fine del ventennio fascista e noi non ne facevamo parte ma siamo oltremodo convinti che neppure ne vorremmo la restaurazione. Pertanto, chiediamo umilmente scusa, a quanti vorrebbero da parte nostra solo elogi entusiastici e petali di rose al loro passaggio.

Ogni volta che abbiamo terminato queste conversazioni abbiamo provato un senso di serenità pensando che viste le molteplici segnalazioni c’è da scommetterci che stiamo facendo un buon lavoro. Sarebbe stato preoccupante se avessimo ricevuto solo elogi ed applausi sarebbe stata la prova certa che non stavamo rendendo un buon servizio alla nostra città.

Non abbiamo mai pensato che saremmo stati ringraziati per aver dato vita ad un nuovo giornale e non lo abbiamo mai pensato neppure tutte le volte che ci siamo apprestati a pubblicare un articolo. Sapevamo e sappiamo che saremmo stati oggetto di critiche da parte di tutte le anime presenti in consiglio e dai tanti sostenitori degli stessi consiglieri, assessori e sindaco. Eppure, sono tante le notizie sulle quali abbiamo evitato di scrivere nella speranza che ci si ponesse rimedio. Solo pochi giorni fa e abbiamo aspettato mesi prima di farlo, abbiamo dato la notizia di un mercato settimanale abusivo, che tutti fingono di non vedere, a partire dalla Polizia Municipale.

Abbiamo lungamente atteso in questi mesi che venisse posto in essere uno straccio di atto che sanasse tale situazione che crediamo sia d’imbarazzo prima di tutto per gli amministratori e poi per i vigili urbani ma la nostra speranza è rimasta tale. Non una riga abbiamo scritto sulla Fiera «sperimentale» e sullo sperimentale ci stava da far strappare i capelli ai calvi. Provate semplicemente a ricordare da quanti anni quella fiera si svolge e dopo questo immane sforzo di memoria provate un po’ a chiamarla ancora sperimentale.