Inchieste

Rete idrica colabrodo, due nuove perdite segnalate lungo viale Sant’Antonio

Le note condizioni dei sottoservizi gettano un’ombra di dubbio anche sul rifacimento del manto stradale

TEANO (Elio Zanni) – Rete idrica colabrodo a Teano, si manifestano dispersioni anche sulle fughe già riparate. Ma riparate da chi e soprattutto quando e come? Queste le domande alle quali scommettiamo che nessuno dal palazzo comunale vorrà mai fornire risposta.

E non potranno mai farlo perché c’è da scommettere che non esista una prova fotografia dello stato della condotta prima della riparazione e nemmeno della riparazione effettuata. Dove sarà mai andato a finire, poi, l’elenco dei materiali adottati, la loro normalizzazione, la specializzazione degli operatori e infine ma non per ultimo: il grafico del collaudo finale. Vergogna.

Ma parliamo di niente, perché le riparazioni a Teano, per quanto è dato sapere, vanno avanti ancora come cinquant’anni fa. E i risultati si vedono.

E adesso, c’è un programma di riassetto del manto stradale di alcune vie del centro e delle frazioni, mentre tutti sanno delle condizioni dei sottoservizi: rete idrica e condotta fognaria e in cattive condizioni e vecchie come il mondo.

L’asfalto va bene, ma è appena il caso di ricordare che non ripara magicamente i problemi che stanno sotto il bitume: li copre soltanto.  

C’è una perdita idrica da tre giorni a viale Sant’Antonio incrocio viale Italia. Stessa cosa e con peggiori riscontri si segnala in viale Sant’Antonio ma più su, quasi a ridosso della prima curva che precede l’incrocio con la chiesa-Convento di Sant’Antonio.

Sarebbero i risultati, ci va di svelare questo piccolo segreto, delle ultime riparazioni effettuate sul cosiddetto «secondo sollevamento». La pressione dell’acqua – cosa notata da tutti – è notevolmente aumentata ed ecco che le perdite occulte diventano evidenti e i punti più fragili della rete cedono, scoppiano.

Ma c’era e c’è – insomma esiste – un sistema per ovviare a simili inconvenienti?  Certo che sì. Ma i teanesi non avranno mai, s’immagina per il prossimo decennio, il piacere di conoscerlo. È un sistema di regolazione automatica della pressione di monte (continuamente paragonata a quella di valle) che avrebbe evitato alla città le ultime 10mila perdite e quindi riparazioni degli ultimi 20anni.

Ora quelle perdite su viale Sant’Antonio: mettiamo la clessidra, iniziamo il conto alla rovescia. Sono lì da tre giorni. Vediamo i tempi di interventi dei signori del palazzo a quanto arrivano. Ogni giorno di ritardo è un danno alla città, alle casse del comune, alle tasche dei cittadini, alla dignità degli amministratori pubblici e all’Ambiente.

Infatti, stiamo parlando dell’elemento indispensabile per la vita. Le gradi aziende che si attrezzano di conoscenze e tecnici e presto dimostreranno a tutti di essere l’unica alternativa all’ignavia, la povertà e l’ignoranza degli amministratori pubblici, dei comuni e degli improvvisati esperti di acquedottistica. La chiamano «oro blu’», e addirittura c’è chi arriva pronosticare che le future guerre (e forse già alcune sono in atto) non saranno per il petrolio ma per il prezioso liquido: l’acqua.

E Teano è storicamente la città dell’acqua, il sottosuolo è pieno di falde acquifere ma fino a oggi nessuno è riuscito a valorizzarle. Con una sola eccezione: le falde freatiche di Maiorisi dove però il prezioso liquido, per la maggior parte e decisione delle leggi regionali prende la via della costiera Domiziana. Ci tolgono l’oro che abbiamo e approfittando della inesistenza di Teano nei posti che contano, in cambio non ci danno una beata mazza.