Politica

Matano: «Carte solidali ok, ma le famiglie in crisi sono troppe: serve una svolta»

Per l’Assessore occorre intercettare ogni risorsa e favorire la creazione di nuove occasioni di lavoro

TEANO (Elio Zanni) – «L’elevato numero di carte solidali assegnate al nostro Ente rappresenta, certamente, un segno evidente di difficoltà economica in cui versa parte della comunità cittadina». Tutt’altro che trionfalistici i toni utilizzati dall’Assessore con delega all’Ambito sociale, Marco Ippolito Matano, nel commentare l’assegnazione della «carta spesa» alle famiglie di Teano in stato di bisogno.

Non tanto per il valore tabellare della stessa, ossia 382 euro, quanto piuttosto per il numero di carte assegnate. La graduatoria stilata dall’Ufficio Politiche sociali, infatti, ha catalogato ben 525 famiglie aventi diritto. Che significato ha questo dato? É certamente un numero molto alto, considerando che dai 4.500 nuclei familiari cristallizzati dall’ultimo censimento, per legge, gli Uffici preposti hanno dovuto espungere nell’ordine: i già percettori di reddito di cittadinanza, coloro che godono del reddito di inclusione e quanti usufruiscono di una qualsiasi delle altre misure sociali di sostegno. Si arriverebbe ad un numero residuo critico, molto prossimo alle 1.900 famiglie.

Ma non è finita. La situazione delle famiglie al limite di povertà a Teano sale ancora (in proporzione) se si tiene conto che lo strumento previsto dal Governo centrale non considera «famiglia avente diritto alla carta» i soggetti singoli o anche un genitore ma con un solo figlio piccolo a carico.

Ecco che la carta solidale, restringendo il diritto ai nuclei familiari composti da non meno di tre persone, restituisce, come giustamente afferma l’avvocato Matano, un quadro a tinte fosche per nulla tranquillizzante sullo stato di salute economico di molte famiglie di Teano. Famiglie che rispecchiano la foto del Sud Italia: con una sola persona che lavora ma composta da due o tre figli e moglie casalinga.

«La Carta risparmio spesa è destinata all’acquisito di farmaci e beni alimentari di prima necessità da parte dei soggetti in possesso di un Isee non superiore a 15mila euro – precisa, infatti, Matano – e nei prossimi giorni si procederà con la consegna dei codici di attivazione ai beneficiari. Si, le famiglie in difficoltà economiche a Teano sono molte, anzi troppe, anche in considerazione dell’esclusione da questa misura di coloro che beneficiano di altre forme di sostegno al reddito come la Cig, indennità di mobilità, reddito di cittadinanza e di inclusione, nonché Naspi o altre forme di integrazione salariale».

Cercando di capire cosa, in realtà, il comune già sta facendo nel campo delle definite «Politiche sociali», Matano coglie la palla al balzo per sciogliere il rosario delle azioni in atto. «Come amministrazione comunale – dice –  le posso garantire che stiamo utilizzando tutti gli strumenti a nostra disposizione. Qualche esempio: distribuiamo buoni alimentari, attiviamo misure per contrastare la morosità incolpevole e la difficoltà di versare regolarmente i canoni di locazione, con il recente avviso pubblico finalizzato a fornire supporto economico per il pagamento di Tari, Tasi, utenze gas ed elettriche».

Un elenco piuttosto corposo quello snocciolato che però, l’evidenza è palmare, non è affatto in grado di risolvere alla radice il problema delle troppe famiglie in gravi difficoltà economiche nella città sidicina.

«Lei dice che tutto questo non basta e che ci vorrebbe un colpo di reni, uno slancio, un’idea geniale, un progetto originale coltivato localmente e portato avanti al massimo livello? É vero, ha ragione, sarebbe l’ideale. Ma restando coi piedi per terra – soggiunge Matano, di professione avvocato specializzato in Diritto del Lavoro, Diritto civile – la mia idea, il mio impegno è quello di sfruttare tutte le opportunità progettuali esistenti per intercettare risorse e servizi destinate alle fasce deboli e creare le condizioni per stimolare e facilitare l’offerta di lavoro».

Intanto, ora, c’è la partita del nuovo «bonus sociale» e gli uffici comunali sono sempre più accorsati di cittadini che vogliono accertarsi della loro presenza in lista e ottenere così la carta. Come se non bastasse, per alcuni ci sarà forse da aspettare perché pur rientrando tra gli aventi diritto le risorse economiche rese disponibili potrebbero rivelarsi non sufficienti per accontentare tutti allo stesso tempo.