Politica

«Magie» in Consiglio comunale: le delibere riportano il parere che il Revisore dei conti esprimerà 2 giorni dopo

La maggioranza Scoglio rischia grosso sparando proposte di deliberazioni inutilmente «visionarie»

TEANO (CARLO COSMA BARRA) – Una maggioranza robotica, sorda, senza battere ciglio, senza porsi alcuna domanda su ciò che stava accadendo, rigetta le pregiudiziali dei Consiglieri di Minoranza e approva il bilancio di previsione 2023/25, mettendo in atto il solito canovaccio: mostrando muscoli e quel sorriso beffardo simbolo di chi detiene più il potere dei numeri che quello della ragione.

Un Consiglio comunale, quello di giovedì scorso (27 luglio 2023), celebrato in un clima surreale; da una parte la Consigliera Daniela Mignacco e la Consigliera Maria Paola D’Andrea a porre dubbi sulla legittimità e sulla regolarità della seduta, con precisi rilievi amministrativi agli atti del Consiglio da approvare, dall’altra il Governo cittadino arroccato sull’imperativo categorico «approvare il bilancio contro tutti e contro tutto».

In questo scenario, che qualcuno potrebbe definire «Goldoniano», emerge altresì un dato inconfutabile: di fronte ad ipocrite esternazioni di facciata che incitano alla collaborazione, la Maggioranza vuole, sulla scorta di uno stato di necessità di cui dovrebbero essere ormai padroni,  additando gli altri di essere agitatori delle piazze e di un clima d’odio che non esiste in città, a palese detrimento del gioco dei ruoli democratici, schiacciare le Opposizione non accontentandosi di imporre soltanto un ruolo comprimario, ma giungendo a pretendere il completo asservimento e la degradazione degli stessi  a meri alzatori di mani. Ma veniamo ai fatti.

Tutto ruota intorno alla proposta di delibera di Consiglio sull’approvazione dello schema di bilancio di previsione 2023/2025. Le Consigliere D’Andrea e Mignacco contestavano una serie di vizi capaci di incidere sulla stessa «esistenza» della proposta di deliberazione. Sia chiaro, una proposta di deliberazione senza i prescritti pareri non può dirsi esistente e dunque non può essere approvata. Ma i fatti, per le pregiudiziali che andremmo ad esaminare, dicono anche qualcosa di ben più grave che può essere semplificato non prescindendo dai seguenti rilievi:

  • La macchina amministrativa del Comune di Teano consegnava il 20.07.23 gli atti e gli allegati del Bilancio di Previsione 2023/25 al Revisore dei conti per la redazione del prescritto parere;
  • Negli atti consegnati non veniva inclusa la Proposta di deliberazione da sottoporre al Consiglio Comunale;
  • La Proposta di deliberazione al Consiglio Comunale, numerata con il n.45 veniva redatta e sottoscritta dal responsabile del servizio finanziari, così si legge dall’atto; in data 20.07.23;
  • Il parere contabile sulla proposta (è richiesto espressamente dalla legge) del responsabile del servizio finanziario veniva rilasciato il giorno successivo, ovvero venerdì 21.07.23;
  • Il Parere del Revisore dei Conti, fondamentale per la celebrazione del Consiglio, veniva rilasciato il 22.07.23 sugli atti di bilancio di previsione– recepito al protocollo n. 19058 ore 12:21 del Comune di Teano- e mai acquisito sulla proposta di deliberazione;
  • Il Presidente del Consiglio Comunale metteva a disposizione dei Consiglieri, in data 21.07.23, atti incompleti in quanto carenti della Proposta di deliberazione e del prescritto parere del Revisore dei Conti;
  • Il Presidente del Consiglio Comunale, con atto di convocazione del 22.07.2023, fissava la seduta di Consiglio per l’approvazione del Bilancio al 27.07.23 non rispettando il termine minimo per consentire a tutti i Consiglieri di, esercitando le proprie prerogative, produrre emendamenti.

Fin qui solo scaramucce! Pinzillacchere, questioni di forma per qualcuno. Il diritto dei Consiglieri a esercitare il proprio mandato, quando non conviene, è «parva res». Ci permettiamo solo di ricordare che i procedimenti amministrativi per essere validi devono obbligatoriamente rispettare requisiti e procedure ad hoc.  

Il bello ed il «vulnus» della vicenda viene aprendo e leggendo la proposta di deliberazione che udite, udite, recepisce nel suo contenuto, due giorni prima-la proposta di delibera è del 20.07.23 –  il parere del revisore dei conti rilasciato ben due giorni dopo. Ed infatti, nella stessa, a pagina 5 si legge: «lo schema di bilancio…e sullo stesso il Revisore dei Conti ha espresso parere favorevole con verbale n. 27 del 22.07.2023, acquisto in pari data al n. 19058 del protocollo di questo Ente». Prodigio!

Una proposta di delibera che non solo guarda al futuro, ma anticipa gli eventi. Una proposta, insomma, con evidenti doti divinatorie. E qui il legittimo dubbio, puntualmente sollevato dalle Consigliere: come fa una proposta scritta il 20 luglio, con parere di contabilità del 21 (rilasciato quindi a chiusura dell’atto) a menzionare il parere del revisore dei conti che poi sarà scritto due giorni dopo? Ma le note tragicomiche non finiscono qui. Un balbettante Presidente del Consiglio, difronte alla mozione, quando sarebbe stato più opportuno osservare un attimo di silenzio nel rispetto dell’intelligenza di tutti, per la quale ci permettiamo di sollevare una prece, magari pensare ad un più doveroso rinvio congiunto del punto in discussione, giustificava la cosa sostenendo, di fronte all’evidenza, che non esisteva nessuna irregolarità, ma che il disguido si era realizzato, probabilmente, perché il sistema digitale di cui è dotato il Comune, aveva assegnato “in caricamento” -così riferirebbe la seconda carica dell’ente – un numero ed una data all’atto(incompleto) che sarebbe stato completato, con ritardo, successivamente.

Da quanto precede, insomma, si capisce che la proposta sarebbe stata predisposta, così come risulta dagli atti, il 20 luglio, ma poi completata il 22, ovvero in costanza alla ricezione del parere. Praticamente un gatto che si arrampica su uno specchio in verticale. Il frastuono delle unghie sulla superfice ci riportano alla realtà. Dichiarazione proferite senza comprendere appieno la gravità del momento. Una situazione verosimile e spieghiamo perché. Il Presidente del Consiglio Comunale, la Giunta ed i Consiglieri che hanno votato contro la pregiudiziale hanno perso di vista un elemento fondamentale: il parere del responsabile dei servizi finanziari è stato rilasciato il 21 luglio ed inchioda la Maggioranza ad uno stato diverso da quanto riferito.

Ed infatti, se per un attimo volessimo assumere come buona la tesi prospettata del Dr. Tammaro, ci viene da chiedere come sia possibile rilasciare VALIDAMENTE un parere di regolarità su una delibera non ancora completa. Più semplicemente chiediamo a quanti vorranno nella Maggioranza rispondere: può il parere di regolarità contabile rilasciato il 21.07.23 riferirsi ad una proposta del 22 luglio?

Delle due, per quello che ci riguarda, una soltanto: o la proposta è effettivamente, così come risulta dall’atto, del 20.07.23 ed ha doti divinatorie perché legge il futuro recependo prima che venisse scritto il parere del revisore dei conti e riesca addirittura a riportarne data e numero di protocollo, o il fantomatico parere del responsabile dei servizi finanziari del 21.07.23 non si riferisce alla proposta che sarebbe stata approvata dal Consiglio Comunale a questo punto in assenza dei requisiti di legge.  Terzum non datur, dicevano i latini!

Ora ci sia consentita una considerazione a margine di questa vicenda: a fronte delle legittime o meno dimostranze dei Consiglieri di Opposizione non era conveniente per tutti, soprattutto per quanti hanno approvato il bilancio e gli atti dello stesso con gli asseriti vizi non sanabili, rinviare la discussione del bilancio a nuova seduta, controllare gli atti e riformulare le proposte?

Il tempo c’era e c’è tutt’ora attesa la proroga dei termini di approvazione del bilancio differiti al 15 settembre 2023. Un atto intriso di arroganza politica e speriamo, per il bene della nostra Comunità, non foriero di successive responsabilità. Anche questa volta prevalgono le ragioni di Governo di fronte all’interesse comune.

Come si suol dire «la gatta per andare di fretta fece i figli ciechi»… ed ora, speriamo non «ci lasci pure lo zampino» Speriamo di no!