Politica

«Storico Incontro», l’opera dell’Artista Feroce ridotta a monumento al degrado.

Sculture e bassorilievi a rischio distruzione, minacciati dall’incuria e dall’ignoranza dei contemporanei.

TEANO (Elio Zanni) – Anche da come curiamo ma in questo caso «non curiamo» il monumento all’Incontro, si capisce quanto la Teano di questi anni – i sui cittadini e i protagonisti dell’attuale percorso amministrativo – tenga ai simboli e per associazione di pensiero alla paternità dell’evento Storico Incontro.

Crepe sulle figure, sgretolamenti laterali, infiltrazioni d’acqua attraverso le spaccature, annerimenti e proliferazioni di muffe e spore. Un’immagine che certifica l’abbandono di quello che è comunque, di fatto, al momento, l’unico e solo monumento presente a Teano della Stretta di mano.

Sicurissimamente, le condizioni in cui versa il Monumento di Piazza Unità d’Italia (ex Largo Tre Croci) oltre a urtare la sensibilità di molti teanesi sono anche percepite all’esterno – da Vairano a Caserta, da Roma a Napoli e in tutto l’Italico Stivale – come un segno tangibile di disinteresse collettivo alla conservazione dell’esclusivo ruolo di culla d’Unità d’Italia. E non si sbagliano di molto a giudicare dalla scelta dell’amministrazione comunale di cedere il passo a Vairano Patenora.

Ma c’è dell’altro. Lo stato d’incuria assoluta del Monumento restituisce la cifra dello scarso livello di rispetto della tanto decantata «continuità amministrativa» che dalle nostre parti sembra merce rara. Manca quel minimo senso delle Istituzioni che imporrebbe ai contemporanei di portare avanti i progetti pregressi e – giustappunto – onorare, anche, le promesse fatte dalle passate amministrazioni alla città e all’autore del Monumento equestre. Anche le promesse fanno parte del pacchetto continuità amministrativa.

Perché Teano fece voto e assunse un preciso impegno, rispetto alle cure periodiche da prestare al Monumento. Impegni non sanciti per iscritto in maniera fiscale e legale ma assunti puntando, ingenuamente, sul valore della parola data dai politici di turno e odierni per continuità direttamente all’artista, pittore e scultore Rino Feroce.

Sia detto qui per inciso: senza un adeguato e immediato trattamento protettivo il Monumento equestre è destinato a sgretolarsi. Questo lo sanno tutti, anche le pietre, è inutile nascondere la testa sotto la sabbia, il degrado è già in atto.

Si tratta d’impegni assunti dai rappresentati dell’Ente, mentre il grande Rino così ancora apprezzato e ricordato solo a un passo fuori dal suo stesso amato Comune, consegnava al sindaco e quindi alla città – prima ancora che al Comitato Unità D’Italia promotore dell’iniziativa – le due Figure a cavallo e poi i pregevoli bassorilievi che i turisti osservano e fotografano restando a bocca aperta.

Quello stesso Monumento per realizzare il quale Rino (nel periodo in cui collaborava con Radio Ghibli Stereo per i programmi culturali e quindi interloquiva intensamente con chi scrive) investì materiali, impegno, tempo e estro ben maggiori e elevati rispetto alla cifra raccolta dai promotori, nel pochissimo tempo a disposizione, per la realizzazione dell’Opera. Rino fece tutto non per soldi, ma per la sua città. Quale dovrebbe essere, oggi, la giusta risposta di Teano nei suoi confronti, alla sua memoria, se non almeno quella di dare un segno, mostrare rispetto verso le sue opere?

E invece, ecco il risultato. Siamo alla vera «notte del Monumento». Oggi sembra che nulla più conti. Niente è così importante da meritare attenzione; tantomeno la parola data dai predecessori degli attuali rappresentati politici locali. Tutto a Teano sembra diventato per incanto o per maledizione «parva res» cosa da nulla, fatto irrilevante e irrisorio.

Questo ispira il monumento all’incuria: l’idea di vivere in una bolla d’indifferenza assoluta. Molte persone interpellate sull’argomento «Monumento in degrado» ne hanno dette di tutti i colori su «chi dovrebbe, promette, ma poi non fa nulla», su chi «svende e calpesta i segni e i simboli della nostra storia». Quelle stesse persone che però vorrebbero tirare la pietra e nascondere la mano. Vorrebbero dire la loro ma conservando l’anonimato.

Non solo sulla questione del Monumento, ma su tanti altri argomenti la gente pare abbia paura di esprime liberamente la propria opinione. Le persone non fanno una piega, non scende certo in piazza per queste «cosette marginali» e per le quali «non c’è da strapparsi le vesti». Teano scese in strada, ad esempio per difendere il chiuso Ospedale di Teano. Ma lo fece troppo tardi. Era già troppo tardi e i politici si erano già spartiti la torta, lasciando come sempre i pacifici sidicini a bocca asciutta. Poi nulla più.

E le associazioni, i forum dei vecchi e dei giovani, i circoli sociali, che fanno? A Teano si moltiplicano a dismisura, peccato che pure loro tacciono sul Monumento in degrado e sull’Incontro di Teano condiviso tra i politici rappresentanti dei comuni di Teano e Vairano Patenora che la sorte vuole, guarda caso, appartengono alla stessa area politica.

Così, anche registrando la presenza di otre 50 sodalizi culturali, ricreativi e sportivi e di ben due (2) Proloco, si arriva a sentire la mancanza di associazioni coraggiose e lontane nel tempo come, per esempio, il Gruppo autonomo per Teano. Il gruppo, composto da tantissimi cittadini teanesi tra i quali Claudio Gliottone, Marisa Coppola, esprimeva opinioni, denunciava liberamente problemi e malefatte amministrative e quando era il caso mobilitava la città. Di gruppi così non se ne vedono più, purtroppo.   

E la Città oggi appare anestetizzata, supina e silente, anche nel rivendicare i diritti basici, la continuità dell’erogazione idrica, il rispetto dei servizi pubblici al cittadino, tutte le prestazioni mancanti e legate alla tassa sui rifiuti, il rispetto dei programmi elettorali e la parola data. La parola data oggi e nel caso di specie quella data ieri per la cura del Monumento equestre.

L’ultimo episodio meritevole di essere ricordato, quale esempio di attenzione ai valori legati all’identità locale, alla dignità e d’immagine e al coraggio dei comitati cittadini, risale al 2009. Allorquando l’associazione «Città sottili» raccolse e consegnò mille e più firme al sindaco dell’epoca per difendere l’opera del Maestro Feroce dalla minaccia del momento: e si trattava solo e soltanto un’ipotesi di spostamento.

Stendiamo poi – ma solo per il momento – un velo pietoso sulle sezioni locali dei partiti politi. «Pci, Psi, Dc, Pli, Pri – e noi aggiungiamo M5S, Pd, FdI, Forza Italia e Lega, Verdi e Sinistra – nun te reggae più», cantava il sempre più evocato Rino Gaetano. Ma altro che «nun te reggae più» ora sono loro, le sezioni di partito, a non reggersi e anzi a non esiste più: tacendo su tutto, indossando una indecorosa mordacchia o lasciandosi cullare nel dolce far nulla da un’elezione all’altra.  

Non parlo di fare o non fare una denuncia pubblica orgogliosamente scritta e sottoscritta alla maniera dell’indimenticabile Claudio Cipriano; qui indegnamente evocato. Non dico un «tazebao» attaccato ai cancelli dell’Annunziata alla maniera del buon Luigi Vernoni, ma almeno una lettera aperta, un misero e pezzente manifestino arrangiato fogli A3 delle stampanti, per dire: «noi la pensiamo così».

E invece niente: c’è un silenzio assordante, un vuoto pneumatico assoluto. Sono sparite le famose bacheche fisiche di partito soppiantate dalle bacheche digitali, alle pagine facebook. Ma provate a leggerne qualcuna: è il deserto dei tartari, il trionfo della vacuità

Si, c’è qualche link di articolo di giornale web rigorosamente autocelebrativo e poi basta. Il grande Pd che tra le sezioni di Teano raccoglie il maggior numero di tesserati sta in letargo e si risveglia solo a ridosso delle campagne elettorali o quando l’europarlamentare Pina Picierno suona la sveglia per le europee, le regionali, le provinciali e le comunali.

I club di Lega e Forza Italia, chi li ha visti? Fratelli d’Italia non si muove forse perchè sta ancora aspettando che il commissario Mario Cataldo rimetta in fila le fila del direttivo. E intanto, dopo l’ultima uscita di piazza, in piena estate, oltre a pensare al cambio sede sociale, tace su tutto. FdI non ha neanche colto al volo la possibilità di difendere un tema così tanto identitario e di appartenenza come quello dello Storico Incontro o per stigmatizzare la «svendita» politica a Vairano dell’unicità del luogo della Stretta di mano.

E questo esclude automaticamente la possibilità che ora Fratelli D’Italia, malgrado un nome tanto evocativo e patriottico a chissà quali orgogliosi posizioni, possa dire a Teano anche solo mezza parola sulle sorti riservate al Monumento dell’Artista Feroce. E questo è tutto. A chi volete che importi e interessi che il Monumento allo Storico Incontro stia andando incontro – è proprio il caso di dire – a un irreversibile degrado? O forse è proprio questo che volevano i teanesi, un monumento al degrado. E quindi, va bene così, anzi: benissimo.