Politica

Pubblica illuminazione, Scoglio getta la spugna: gestirà Enel X. Minoranza contro.

Zarone: «Comune svilito nella sua importanza. La vera svolta era il fotovoltaico». Mignacco: «Non mi fido delle promesse fatte nei contratti».

TEANO (Elio Zanni) – Marco Zarone e Daniela Mignacco: «La convenzione con nove (9) anni di gestione della pubblica illuminazione all’Enel Sole? A leggerla e quindi a parole è un bel contratto, ma poi bisogna vedere nei fatti che cosa succede. Non ci scordiamo dei meravigliosi capitolati d’appalto della gestione rifiuti, per la maggior parte tutti disattesi». E poi ancora: «Un’esternalizzazione dopo l’altra e il Comune perde sempre più di importanza».

Giuseppe Esposito: «Vi sbagliate, sono cose diverse, il paragone non regge. E poi il monitoraggio tocca a tutti noi; anche a Voi. Anch’io sono teoricamente contrario a dare all’esterno i servizi primari, ma dobbiamo essere pragmatici. Le nostre economie di Bilancio non ci permettono di fare investimenti. E poi si tratta di un servizio che non si riesce a gestire da 30 anni. Riteniamolo un esperimento».

Sabato 23 dicembre 2023, in Consiglio comunale la maggioranza consiliare del sindaco Giovanni Scoglio, con il voto di soli nove consiglieri, cede all’esterno la gestione del servizio di pubblica illuminazione affidandola a Enel Sole (società controllata di Enel X), dedicata a servizi vari e illuminazione pubblica. Oltre alla manutenzione ordinaria, si prevede la realizzazione d’investimenti per operazioni di adeguamento e efficientamento energetico degli impianti sull’intero perimetro comunale.

La politica della lampadina, le ditte locali e i posti di lavoro.

È un’operazione in un certo senso storica, epocale, che offre indubbi e immediati vantaggi alla macchina burocratica comunale di alleggerimento contabile e gestionale, ma che nel contempo toglie al Comune, questo è il punto, lo storico dominio o controllo diretto di un servizio di pubblica utilità, il contatto con la gente e con le imprese locali.

Se è vero, per esempio, che finisce «la politica della lampadina» le continue richieste dei cittadini ai consiglieri per ottenere il favore (che favore non è…) di un cambio di faro bruciato sul lampione vicino casa, è anche vero che il pensiero corre alle economie locali, ai tanti elettricisti, alle ditte e alle imprese elettrotecniche di piccola e media dimensione, che si teme non saranno mai più chiamate in ballo sulla partita dell’illuminazione pubblica. In questi termini si può parlare di una mossa politicamente impopolare del governo Scoglio.

Se è vero che basterà chiamare a un numero verde per segnare un problema, una lampadina fulminata un lampione divelto, è anche vero che è possibile pensare a una ricaduta occupazione negativa in sede locale, perché sul Comune, per esempio, ci sarà bisogno di un numero sempre inferiore di dipendenti; lato tecnico e lato amministrativo. È questo che si pone come obiettivo primario un consigliere comunale eletto?

Ma, evidentemente, in assenza di idee migliori anche se più coraggiose, come quella accenna da Zarone di «un progetto di utilizzo su larga scala di pannelli solari su edifici e terreni pubblici», l’unica via di uscita è sembrata essere quella di passare la mano, cedere il servizio.

Questi, per sommi capi, i motivi per i quali i rappresentanti dei due distinti gruppi di minoranza presenti in Consiglio, Zarone di «SiAmo Teano» e Mignacco di «Teano Moderata», hanno detto No all’esternalizzazione del servizio di pubblica illuminazione. Ma sono la classica noce nel sacco, fanno poco rumore. E poi, comandano i numeri. La proposta di convenzione passa liscia come l’olio anche se con i soli voti della maggioranza.

Gli aspetti procedurali e le cifre in Convenzione.

Poco prima della robotica alzata di mano dei consiglieri di Scoglio, a fare «luce sulle luci» affidate a terze parti è stato il relatore di turno, l’assessore ai Lavori pubblici, Giuseppe Esposito: «Al nuovo contratto si è giunti mediante adesione alla Convenzione Consip, centrale di committenza nazionale, per l’affidamento a Enel Sole della gestione della pubblica illuminazione. Procedura da ultimare sulla piattaforma Mepa».

Esposito rivolgendosi a una platea variegata rifugge dall’usare da termini troppo tecnici. Ma, in pratica il comune non dovrà più preoccuparsi della gestione ordinaria dei lampioni, delle cassette di distribuzione, dei punti di alimentazione dei pozzi di captazione dell’acqua potabile e tutto il resto. Non ci saranno più innumerevoli bollette ma una sola quota in rate semestrali.

Esposito fa anche accenno al coinvolgimento della minoranza nelle fasi preliminari della scelta, prima di tirare fuori il piatto forte, le cifre: «Le discussioni sono sempre utili, ma molte delle cose che stiamo dicendo, sono già state riferite nella riunione di Capigruppo. All’Enel Sole vanno 297mila euro, di cui 97mila quale quota manutenzione e 200mila per il costo energia, meno il 5 per cento annuo. A calcoli fatti, invece, la spesa prevista e che avremmo dovuto affrontare come comune supera i 383 mila euro».

Quello che non si capisce bene, nello specifico corso della seduta, perché nessuno solleva l’argomento, è in che modo in termini economici i cittadini potranno accorgersi guardando le loro bollette, tasse, imposte e contributi, del recupero di economie che il comune ritiene di ottenere? E poi ancora: rescindendo, ipoteticamente, tra nove anni il contratto di gestione, cosa si troverà a versare l’Ente al gestore privato?

Ma uno degli aspetti che resta da approfondire, perché continuamente ripetuto da Zarone ma anche negato o smentito da Esposito è quello della «manutenzione straordinaria» della pubblica illuminazione, per cui il comune dovrebbe partecipare alle spese per la misura del 60 per cento.

La curiosità del «lapsus freudiano».  

Nella sua relazione l’assessore Esposito a un certo punto commette forse un errore freudiano asserendo: «E non si dica che abbiamo gettato la spugna, sulla gestione del servizio…». E invece purtroppo è proprio questo che è successo, se è vero com’è vero che si è giunti alla proposta di convenzione anche per le note ristrettezze economiche dell’Ente, per i problemi di Bilancio, le ataviche carenze in organico e l’assenza di altre validi soluzioni a breve termine, com’è emerso sempre durante la stessa Seduta.