Politica

Il fenomeno politico dei teanesi «zinziani», al brindi di fine anno di Giampiero Zinzi.

Cosa sta succedendo alla città dei grandi numeri del Pd e dell’ampio zoccolo duro della Destra sociale?

TEANO / CASERTA (Elio Zanni) – A qualcuno potrà sembrare semplice curiosità, un fatto appena degno d’attenzione, piuttosto che una vera e propria notizia. Ma, a dispetto dei sostenitori della superficialità e del disinteresse generale «perchè alla politica ci pensiamo noi», a volerci ragionare un attimo, risulta per lo meno interessante quello che è accaduto ieri l’altro a Caserta.

L’On. parlamentare Gianpiero Zinzi (Lega per Salvini premier) l’ultimo sabato del 2023 ha voluto ripetere il brindisi di fine anno. E lì, nel cuore commerciale di Caserta e per quanto riguarda Teano città priva di un coordinamento locale, senza il solito tam-tam sui social e senza che alle spalle ci sia – per quanto è dato sapere – un nucleo strutturato di persone: si sono visti davvero tanti volti teanesi.

Sidicini che non era il caso di contare e infatti non li abbiamo contati. Teanesi i cui nomi non riteniamo di dover riportare ora su questo giornale. Però c’è da domandarsi (e ci domandiamo): che significato attribuire a una simile massiccia presenza di sidicini a Caserta per la Lega dei nostri giorni?

Com‘è possibile che i «garibaldini» uomini e donne di quella città ad alta quota Pd (questo direbbero i numeri, anzi l’alto numero d’iscritti alla sezione di piazza della Vittoria, ma anche i risultati elettorali alle ultime comunali), il paese della Europarlamentare Pina Picierno, ma anche la roccaforte dello zoccolo duro della destra storica dell’Alto casertano? I teanesi sono, forse, improvvisamente diventati leghisti, nostalgici bossiani o nuovi sostenitori salviniani?

In verità chi tra i teanesi era lì, appariva relativamente interessato mentre Zinzi accennava al lavoro politico espletato nel corso del 2023 e ancora prima. Non che non fosse interessante sapere degli sforzi dell’On. oggi e ieri per «il raddoppio della della SS.700» o per dotare il territorio «un giorno non lontano, di un aeroporto in grado di affrontare le sfide del futuro» la nota questione dell’aeroporto di Grazzanise iniziata 30 anni fa con Domenico Zinzi, oppure la sua lotta «appannaggio degli allevatori con il dominio medico sui numeri dei contagi relativi al fenomeno della brucellosi»; con tutte le ricadute del caso. Le «battaglie di territorio» accendevano l’attenzione dei sindaci; questo sì.

Il fatto è che le persone, almeno quelle con le quali abbiamo avuto il piacere di parlare, parevano proprio essere lì per lui, per Giampiero, per l’uomo, per la persona, per il personaggio politico; piuttosto che per tutto il resto. La «personalizzazione della politica» era lì, in via Mazzini a Caserta. La stessa personalizzazione analizzata e pronosticata per questi tempi social da Paolo Pombeni, politologo e editorialista. Quella teoria, verificata nei fatti, per cui la gente più che dove si schiera e quale ideologia persegue vuole sapere del suo politico di riferimento il suo «privato».

La gente, proprio come diceva diversi anni fa Pombeni, vuole sapere della persona che si accinge a votare, della sua famiglia (e quante volte Giampiero si fa vedere con la sua famiglia nei momenti migliori? Molte volte). E Zinzi si lascia vedere. Fa anche capire che ha anche gli stessi vizi e virtù di tutti, gli stessi problemi, le stesse aspirazioni. Perdendo una quota di mistero e inavvicinabilità politica, in cambio di una umanizzazione che poi lo premia.    

Ecco allora questa doppia possibile lettura dei fatti del brindisi si sabato: un numero rilevante di teanesi a Caserta (oltre naturalmente alle centinaia di altre figure, sindaci e onorevoli regionali e oltre) e il ritorno del mito dell’uomo da seguire ovunque e comunque. Un fenomeno sociologico di ritorno? L’istinto delle masse a venerare il capo? L’esigenza storica degli italiani di avere un leader? Chissà, forse esageriamo. Ma le sensazioni pellicolari non necessitano di conferme scientifiche.

E poi troviamo conferme negli argomenti trattati «sotto banco»? Le cose sussurrate a bassa voce, di bocca in bocca mentre Zinzi salutava gli ospiti? Eccole: i possibili riequilibri del centrodestra a Caserta e provincia, ora: con l’arrivo in quota Lega, da Forza Italia, di Aldo Patriciello Vicepresidente della Regione Molise, i possibili accordi sui prossimi piani di lavoro, le urne europee, le regionali.

Tutto cose accuratamente espunte dall’agenza della serata. Ma ecco il brindisi e il panettone che impedendo altre strette di mano e limitando le capacità di parola bagnano e cancellano tutto. Chi ha già finito fa partire gli applausi, baci e abbracci. Gli auguri per il 2024, la voglia di archiviare l’anno vecchio prevale su tutto e tutti. C’è voglia di leggerezza, adesso nell’aria. La politica può attendere; ma non troppo.

I teanesi fanno capannello. C’è uno scambio di numeri di telefono. Si apprende dell’intenzione di capitalizzare il fortunoso incontro, «c’è da organizzare qualcosa a Teano», si sente dire. Si apprende anche che alcuni di loro sarebbero stati avvicinati e invitati a confluire in altri partiti di centro e soprattutto di destra a Teano. Chi ha posto in essere queste azioni evidentemente, non avendo esperienze e non avendo nemmeno partecipato al brindisi, non ha capito niente.

Insufflato da qualche personaggio d’occasione e a sua volta privo o priva della necessaria cultura politica, non ha capito ancora che su una bilancia spostare un peso di qualche centimetro, lasciandolo però comunque sullo stesso piatto, non fa deviare l’ago a favore dell’area politica di appartenenza. Anzi, così si perdono le competizioni politiche; di tutti i generi.

E poi, proprio i presenti agli auguri casertani appaiono difficilmente «trasferibili» in altri partiti. Già, perché per molti erano lì, c’è da scommettere, non sapessero neppure di essere leghisti, quanto piuttosto convinti zinziani. Questo sì. Per vederli impegnati nello stesso partito occorre riavvolgere il nastro del tempo fino agli anni in cui fu l’imprenditore di Teano Federico Mottola a organizzare una sezione locale.

Non sarà il massimo, sarà solo «relativismo conoscitivo», non sarà un buon segno in termini di maturazione e conservazione di quegli alti ideali politici sempre sbandierati – da tutti – nei comizi, sarà pure una nuova forma di superficialità, ma la realtà della serata questa fotografia ha restituito. Per cui, così è «se vi pare».

Pirandello, che basa il suo pensiero sul rapporto tra vita reale e forma, docet: «La conoscenza della realtà è relativa (relativismo conoscitivo), nel senso che ognuno di noi ha una propria visione della realtà per cui la conoscenza di una realtà certa è impossibile». Per cui Buon 2024 con TeanoCe e il suo relativismo conoscitivo.