Curiosità

«Il Tianello. Pelatello di Teano. Colonna fondante della razza suina casertana».

Il Consigliere Stefàno ha dedicato un libro a un’antica razza suina autoctona a rischio di estinzione.

TEANO (Pietro De Biasio) – Il consigliere di maggioranza Massimiliano Stefàno ha colto l’occasione dello scorso weekend dedicato alle iniziative per la valorizzazione delle radici e delle tradizioni locali, per presentare al pubblico il suo primo libro che si concentra esclusivamente sul tema dell’antica razza suina casertana conosciuta come «Pelatello» di Teano. Il titolo scelto per questo trattato è «Il Tianello. Pelatello di Teano. Colonna fondante della razza suina casertana», un nome che evoca immediatamente l’importanza e la centralità dell’argomento trattato.

La presentazione di questo libro ha avuto luogo durante un convegno tenutosi nella Sala dell’Annunziata, un luogo che ha sicuramente contribuito a dare un’atmosfera solenne e autorevole all’evento. Stefàno, capogruppo di «Teano in Comune», ha dimostrato una passione e una devozione senza pari per la sua ricerca sul Pelatello di Teano, e questo libro rappresenta la sua personale testimonianza dell’importanza storica e culturale di questa razza suina. Ma cosa rende così speciale il Pelatello di Teano, riconoscibile per il manto grigio ardesia privo di setole e per le caratteristiche «sciuccaglie» ai lati della gola? Questa è la domanda che il consigliere di maggioranza cerca di affrontare e risolvere attraverso le pagine del suo libro.

La prefazione, scritta da Riccardo Ventre, ex Presidente della Provincia di Caserta, introduce subito il volume :«Nelle profondità storiche e culturali del Pelatello di Teano si celano profumi, odori, usi e costumi che permeano l’esperienza quotidiana. Questo connubio tra animale e territorio diventa un’unica entità, una sopravvivenza condivisa e un legame familiare indissolubile». Stefàno con un’introduzione appassionata, richiama l’attenzione su un passo fondamentale tratto dagli studi del professor Baldassarre: «Nel 1899 il prof. Baldassarre, dell’allora Regio Istituto Superiore per l’Agricoltura di Portici, esaminando antiche raffigurazioni di suini e cinghiali rinvenute negli scavi archeologici di Capua, Pompei ed Ercolano, suppose di individuare le caratteristiche dell’odierno suino “casertano”, probabilmente, quindi, già allevato in epoca romana».

Un riferimento storico che, secondo l’autore, ha gettato le basi per una comprensione profonda delle radici di questa particolare razza suina. Il libro si propone di essere un’esaustiva trattazione che esplora ogni aspetto di questa razza suina, dalla sua origine millenaria alle sue caratteristiche morfologiche distintive, dalle tradizioni culinarie ad essa associate alle storie e alle leggende che l’hanno accompagnata nel corso dei secoli. Tuttavia, mentre l’autore può essere lodato per la sua dedizione e per il suo impegno nel portare alla luce un argomento così specifico e di nicchia, è importante chiedersi se un libro monotematico possa realmente trovare un pubblico ampio e interessato.

La sua ristrettezza di tema potrebbe limitare la sua diffusione e la sua fruibilità, relegando l’opera a un pubblico di appassionati o addetti ai lavori. Ma nonostante questa potenziale limitazione, non si può negare l’importanza di preservare e valorizzare le tradizioni locali, che possono fornire un prezioso legame con la storia e l’identità di una comunità. In questo senso, il lavoro di Massimiliano Stefàno assume un ruolo significativo nel promuovere la consapevolezza e l’apprezzamento per il Pelatello di Teano, una razza suina che potrebbe rischiare di essere dimenticata nel corso del tempo: «La precisa descrizione tecnica di un animale, nella memoria storica dei popoli, si trasforma in odori e profumi, in usi e costumi, in straordinari ricordi di vita. E sono i ricordi il motore, oggi indispensabile, per rendere il giusto omaggio al compagno di una vita che non ha mai smesso di essere essenziale per il suo antico e glorioso popolo».

Infine, agli albori degli anni 2000, ricorda l’autore, la razza suina casertana era vicina all’estinzione e per differenziarlo dal più comune maiale bianco di razza york, si rafforzò l’uso del termine «Maialino Nero Casertano», evidenziando la sua stazza più piccola e il manto scuro. In questo difficile contesto, pionieri come Giovanni Migliozzi e Gianfranco Ianniciello iniziarono a cercare esemplari nelle stalle dei contadini, avviando un processo di recupero che preservasse i tratti distintivi del Pelatello di Teano. Di stalla in stalla, hanno contribuito a salvare questa antica razza, mantenendone intatte le caratteristiche fenotipiche e genotipiche.