Cronaca bianca

«Caso Gesia» davanti al Tar, gli avvocati dei ricorrenti ottengono un’accelerazione del pronunciamento nel merito rinunciando alla sospensiva.

Una scelta strategica quindi e non una resa, ma l’esatto opposto. Mentre si raccolgono motivi aggiuntivi emersi solo all’ultimo momento.

TEANO (EZ) – Oggi, 10 giugno 2024, come da programma, davanti ai giudici del Tar della Campania «gli avvocati dei 4 Ricorsi al Tar [la cordata Comitato No-Imp – Laudato Sì e Confidenza Castallo Fratelli, oltre a Comune di Teano, Provincia di Caserta e Ferrarelle N.d.R.] hanno rinunciato alla domanda cautelare di sospensiva dell’autorizzazione, in cambio di una accelerazione del pronunciamento nel merito».

Altro che resa, quindi, siamo al cospetto di una scelta definibile di strategia processuale, considerato il fatto che la Gesia non ha ancora iniziato i lavori. Lo rende noto la Comunità «Laudato Sì» che in una comunicazione di servizio continua e spiega: «In effetti il “periculum in mora” era debole a fronte del fatto che la Gesia non ha iniziato i lavori di costruzione.

I 4 avvocati hanno ritenuto utile la rinuncia anche per darsi la possibilità di “motivi aggiunti” – continua Laudato Sì – In ogni caso, se la Gesia dovesse iniziare i lavori potremmo sempre riattivare la sospensiva. Quindi, si tratta di una scelta di strategia processuale e non di una “resa”!». Ora tutto si sposta – sempre che Gesia non metta piede nell’ex Isolmer con le sue ruspe – a gennaio del 2025, data fissata dai giudici per la discussione nel merito.

Il Comunicato integrale

Comunicazione di servizio. «Gli avvocati dei 4 Ricorsi al TAR, hanno rinunciato alla domanda cautelare di sospensiva dell’autorizzazione, in cambio di una accelerazione del pronunciamento nel merito. In effetti il “periculum in mora” era debole a fronte del fatto che la Gesia non ha iniziato i lavori di costruzione . I 4 avvocati hanno ritenuto utile la rinuncia anche per darsi la possibilità di “motivi aggiunti”. In ogni caso, se la Gesia dovesse iniziare i lavori potremmo sempre riattivare la sospensiva. Quindi, si tratta di una scelta di strategia processuale e non di una “resa” !».