Fiera: Illusioni e delusioni. Ok Produttori eccellenze e Processione di sant’Antonio

Analisi critica/costruttiva (che pochi accetteranno o vorranno capire) dell’ex «Fiera campionaria dell’Agricoltura e dell’Artigianato – Citta di Teano»
TEANO – O patria mia, vedo le mura e gli archi – E le colonne e i simulacri – e l’erme Torri degli avi nostri, – Ma la gloria non vedo, – Non vedo il lauro e il ferro – ond’eran carchi – i nostri padri antichi. (Giacomo Leopardi, All’Italia).
Ma veramente i cittadini di Teano meritano di essere presi così tanto per il culo? Ma davvero c’è chi ha la faccia tosta di chiamare «Fiera» quella che si è appena conclusa? Ma sapete cosa significa la parola «Fiera»? Fiera, dal latino fera, bestia, che indica l’esposizione di animali a fini pubblicitari e di vendita. E se pure si fosse deciso di usare il termine in senso lato, perchè mai definirla in un certo modo nella delibera comunale (Fiera Campionaria dell’Agricoltura e dell’Artigianato dei Comuni del Parco Roccamonfina – Foce del Garigliano) e in tutt’altro modo (45esima Fiera Città di Teano S. Antonio) nei manifesti pubblici murali o addirittura negli attestati di partecipazione dove si legge «Fiera dell’agricoltura, dell’Artigianato e delle Eccellenze del Territorio»? Ma, abbiamo il diritto di sapere almeno il nome vero di questa manifestazione o è giusto che si prosegua «a sentimento»? Poniamo interrogativi che assumono ormai contorni kafkiani, immersi in una realtà che pare scritta da Gogol’, diretta da Fellini e allestita da un’associazione studentesca al primo anno di Economia del Turismo.
L’incapacità di stare zitti
É vero, ci scuserete. Non abbiamo resistito a stare zitti. Ma ne dovevamo parlare per forza, ce lo hanno imposto nell’ordine: lo sfottò della gente e dei lettori con i loro «come mai, questa volta non scrivete nulla? Hanno ammutolito anche voi?», «Azz. e voi sareste il gionale e la voce libera della città» e poi il nostro senso critico/costruttivo. E anche perché non siamo a teatro. E l’ingresso lo pagano i cittadini, non con il biglietto ma con la dignità.
Questa è una domanda che ci poniamo con amarezza, ma anche con crescente incredulità, di fronte a quanto abbiamo avuto la (s)ventura di osservare. Chi ha avuto l’ardire di definire «Fiera Campionaria» la kermesse che si è svolta in questi giorni a Teano, o è privo del senso del ridicolo, o è vittima di quella «hybris» che – come ben sapevano i Greci – precede sempre la caduta. Perché qui non si parla di errori, secondo noi, ma di un vero e proprio insulto alla ragione pubblica.
Sì, perché, a nostro giudizio, occorre davvero una sfacciataggine non comune per definire «Fiera campionaria» lo «spettacolo» messo in scena nei giorni 11, 12 e 13 giugno 2025 a Teano. E meno male che a tenere botta c’erano i nostri ottimi produttori, artigiani/artisti delle specialità locali, tutti lì a tenere alto lo stendardo. E ci sono riusciti, da veri professionisti. Perché, per il resto, abbiamo visto solo tre espositori tradizionali (qualcuno dice addirittura quattro) a occupare uno spazio che in qualunque altro contesto sarebbe stato definito: desolante. Nessuno lo mette in dubbio, gli stand dimostrativi dei Produttori delle Eccellenze locali sono belli e utili, ma fanno tutt’altro che «Fiera» la quale, se permettete, per noi, risponde ad altre logiche a un diverso concetto organizzativo. Ma rimaniamo sugli espositori tematici, di cui uno parente diretto di un consigliere comunale di maggioranza, distribuiti su un’area che persino in un paese del Burkina Faso sarebbe sembrata desolante. Altro che Fiera: questa – se sulla stampa veramente indipendente non prebendata è ancora possibile esprimere un’opinione – è la sagra dell’improvvisazione travestita da evento istituzionale.
Come san Tommaso e non per sentito dire
Abbiamo voluto verificare di persona, per non affidarci a semplici pettegolezzi. E ciò che abbiamo trovato è andato oltre ogni aspettativa: un’area sgombra da veri espositori tematici, come la pagina bianca dell’Amministrazione un caldo opprimente che suggerisce, a voler essere indulgenti, una diagnosi da colpo di sole collettivo. Come direbbe Nietzsche, quando si guarda troppo a lungo l’abisso, l’abisso guarda dentro di te, ma qui l’abisso è una tendopoli senz’anima, e ci guarda mentre ride.
Noi, il giro, ce lo siamo fatti, come san Tommaso abbiamo voluto verificare di persona. E, sinceramente, le voci che ci erano giunte, che si rincorrevano per le strade e le piazze di Teano, pur già poco incoraggianti, a cui non riuscivamo a credere (e che non raggiungeranno mai gli organizzatori) invece erano a dir poco generose: la realtà ha saputo fare peggio dei racconti delle «malelingue». Se è vero che l’immaginazione può partorire mondi fantastici, qui siamo dinanzi a una distorsione grottesca del reale: chiamare «Fiera» un assemblaggio casuale di gazebo è esercizio di retorica acrobatica.
Per arrivare a tale valutazione positiva, forse, alcuni amministratori locali sono stati vittime di una grave insolazione, effetto collaterale delle «temperature africane» che – evidentemente – hanno infiammato più le illusioni che il termometro. Tra gli elementi che ci hanno colpito molto negativamente: la vendita di coniglietti e uccellini in gabbia, la bancarella dei giocattoli e poi, ciliegina sulla torta: il parcheggio riservato alle autorità, e le autorizzazioni concesse per raggiungere la collina di Sant’Antonio a numerosi «signor nessuno», amici e parenti dell’Amministrazione?
Molte, gradite presenze
Va comunque registrata, per onestà intellettuale e dovere di cronaca (qualità che non abbiamo mai smesso di esercitare, malgrado la propaganda dei soliti ignavi che tendono a delegittimare chi esprime un proprio pensiero autonomo), la gradita partecipazione della Fanfara a cavallo della Polizia di Stato e la presenza di autorevoli rappresentanti istituzionali: la Polizia di Stato, il Prefetto di Caserta dott. Armando Forgione, originario di Teano, il Questore di Caserta, Andrea Grassi, il Presidente della Provincia di Caserta Marcello De Rosa, il presidente della Camera di Commercio, dott. Tommaso De Simone, i sindaci aderenti al Distretto e, ultimo, ma non ultimo, il presidente del Consiglio Regionale della Campania, on. Gennaro Oliviero.
Onorevoli assenti; incolpevoli…
Lo citiamo per ultimo Oliviero, solo per segnalare meglio l’assenza – riteniamo, incolpevole – di altri esponenti regionali, come l’on. Zannini, l’on. Piscitelli, l’on. Zinzi e – soprattutto – dell’on. Pina Picierno, vicepresidente del Parlamento europeo. Ma mancava anche l’on. Gimmi Cangiano, la cui assenza stride ancor più pensando a quanto ha fatto per Teano grazie all’interessamento dei consiglieri di centrosinistra Luana Camasso e Nino Cataldo.
Pass tu che pass anch’io
Torniamo però al cuore della questione: il flop per noi della cosiddetta «Fiera» Campionaria così intesa in senso stretto. Con tutta la simpatia per il consigliere Guido Zanni e per il giovane Christian Pilotti – che ci risulta essere l’attuale presidente del cosiddetto Distretto Commerciale – non possiamo esimerci da un’analisi impietosa, che però riteniamo necessaria e neppure esimerci dal richiamare le parole di Cicerone: O tempora, o mores!. A fronte dei tre stand «commerciali», troviamo qualche presenza associativa, ma tutto l’insieme trasuda per noi di improvvisazione e una povertà organizzativa che definire «rustica» è un eufemismo.
Analisi e critiche che gli altri giornali non fanno, non hanno fatto e forse non faranno mai, per motivi e ragioni che vi invitiamo a capire da soli. Perché quello che ci è sembrato di vedere (anche se poi quello che conta sono le carte, che non riusciamo a leggere sul portale comunale) è stato più simile a un parcheggio abusivo con gazebo che una Fiera degna di questo nome. E nel parcheggio, attenzione, si notavano in numero abnorme i «pass» riservati; come già detto. E tutti gli altri: fuori.
In processione senza il Comandante
Sconcertante anche l’assenza del neocomandante della Polizia Municipale, dott. Fabio De Francesco, come ormai da prassi consolidata alle processioni religiose. Ci sentiamo di dire questo con preoccupazione e senso di rispetto per le tradizioni e anche per le Istituzioni. Era forse in alta uniforme, accanto al sindaco durante la processione del Santo, come il protocollo vorrebbe? Se qualcuno ha notizie del «desaparecido» neocomandante, scriva pure alla nostra redazione. Siamo pronti a rettificare ogni parola.
Per quanto ci riguarda ci riteniamo in buona fede. Perché, pur avendo attinto a tutte le nostre fonti, nessuno ha saputo dirci (forse per giusta privacy) se fosse in ferie, in malattia, oppure impegnato in una missione urgente contro narcotrafficanti internazionali. Calchiamo la mano con spirito satirico e con tutto il rispetto dovuto, ma rivendicando a gran voce il diritto del semplice cittadino a poter ricordare a tutti che la città ha ancora un comandante della Polizia Municipale, che per tradizione dovrebbe partecipare a tutte le processioni religiose, in alta uniforme, in cui è presente il Sindaco con la Fascia tricolore.
Ottimi Vigili, ma ora chi li paga?
A proposito di Polizia Municipale, lasciateci riportare un quesito, nello stile dei giovani: «Ma i vigili urbani impegnati durante la festa del Santo di Padova, saranno pagati come servizio fatto per i privati, come per le altre feste religiose che si sono svolte negli ultimi mesi, a partire da quella di Teano Scalo Ferroviario? Non ce ne vogliate: chiediamo per un amico.
Dacci oggi il nostro Germano quotidiano
Un plauso va invece a Germano Faella, già protagonista nella nascita del «Villaggio del Gusto» ai tempi dell’Amministrazione Picierno. È lui, ancora una volta, a salvare il salvabile. Il resto – e qui lasciamo parlare Dante – Non ragioniam di lor, ma guarda e passa. Faella, quello del caciocavallo di Polifemo, fine sommelier, ex politico locale, già protagonista nella nascita del «Villaggio del Gusto» creato ai tempi dell’amministrazione Raffaele Picierno su iniziativa del consigliere Francesco Palmiero e dello stesso Faella. In seguito, l’idea è stata ripresa dall’assessore Nicola Palmiero, ed è diventata patrimonio del consigliere Zanni che evidentemente a corto d’idee – ha dovuto rivolgersi nuovamente a Germano… Peccato che poi l’idea del «Villaggio del Gusto» sia stata spacciata come una «grande novità», mentre si trattava di un gradevole «déjà-vu». Non sarebbe stato meglio essere più sinceri e dire la verità? Oppure veramente gli amministratori pubblici del recente passato servono solo per rivolgere loro continue accuse politiche d’inefficienza e spreco?
Il consigliere Zanni, che figura come organizzatore della manifestazione, a nostro parere ha peccato d’improvvisazione e ha brillato per l’uso disinvolto dei «pass» riservati. E, dettaglio che non sfugge, la «45esima Fiera Campionaria» secondo noi non è altro che la «1^ Fiera dell’Artigianato e dell’Agricoltura dei Comuni del Parco Roccamonfina – Foce del Garigliano», camuffata da tradizione. Tutto questo, malgrado il fatto che dal contributo di 2500 euro del 2019 per l’organizzazione del villaggio del gusto, si sia passati a 10.000 euro che si aggiungono agli altri 10.000 per l’organizzazione di un evento con risultati in termini di visitatori meno brillanti.
Fiera di Teano e Storico Incontro: un solo destino
Ora verrebbe da chiedersi anche che fine abbia fatto la storica «Fiera campionaria dell’Agricoltura e dell’Artigianato – Città di Teano». Il passaggio di testimone da Teano a un non ancora ben identificato «Distretto Commerciale» è avvenuto in sordina. E temiamo che non si tratti di un episodio isolato, ma dell’inizio di una lenta spoliazione, magari con la cessione di intere frazioni ad altri comuni del Distretto. Magari si può anche fare, in nome della modernità e del cambiamento, se è questo che si vuole veramente. Fino ad arrivare a coniare una nuova definizione: «1^ Fiera-Mercato del Distretto Commerciale». Perchè no? Ma tutto deve risultare chiaramente prima di tutto negli atti ufficiali del Comune, non solo da fantasiosi ed eterogenei manifesti, volantini e attestati di partecipazione.
Ma poi, quella definizione su manifesti e volantini «45esima Fiera Città di Teano S. Antonio»; addirittura con la S. puntata, mentre tutti sanno che ben più correttamente si scrive «Sant’Antonio». L’impressione è che si voglia stravolgere e cedere tutto, magari anche intere porzioni di territorio – identità compresa – come si sta lentamente facendo da tre anni con lo «Storico Incontro di Teano» in evidente stato di sudditanza rispetto al Comune di Vairano Patenora, con la stessa leggerezza con cui quest’anno sono stati distribuiti baci, abbracci, strette di mano e «pass». La tecnica è questa: io non sono in grado di rivendicare la mia identità e perpetrare le mie tradizioni e valorizzare la mia Storia? E allora cedo il passo, mollo pian piano ad altri, forse mi appresto a gettare la spugna ma prima, con metodo da grande fratello orwelliano, modifico lentamente la realtà pubblica a partire da quella pubblicata, stabilisco nuove finalità delle mie azioni e cambio i nomi alle cose. Altrimenti che maggioranza sono?
La Supplica
Concludiamo, senza ulteriormente tediare i nostri lettori – che, come noi, hanno avuto occhi per vedere e fiuto per giudicare – con una supplica rivolta direttamente al Sindaco: La preghiamo, da queste pagine – che non appartengono e non apparterranno mai a nessun partito politico – di porre fine a questa lenta agonia. Abbia il coraggio di ammettere che non siete in grado di organizzare una «Fiera» degna di questo termine. Cambiate i fini e la denominazione; anche sui manifesti.
Abbiamo il diritto, signor Sindaco, di essere risparmiati. L’anno prossimo evitiamo «commedie» – che non vuole essere termine offensivo – la città ve ne sarà grata: fate soltanto la festa del Santo (che quella riesce molto bene anche da sola e grazie ai portatori di Sant’Antonio) accogliete le bancarelle come si è sempre fatto, e lasciate che la Fiera – quella vera – quella dettata dallo stesso termine «FIERA» venga organizzata magari da un comune che almeno sappia cosa sta facendo e la realizzi nel proprio territorio. Tanto il danno è fatto. Ne prenderemo atto, e, con dolore, ce ne faremo una ragione. Facendo mente locale politica, il consiglio è quello di tenere sempre presente che: Resistono gli uomini, non le caricature, (Carlo Levi).
Perché – ci creda, signor Sindaco – per quanto ci siamo sforzati, a nostro giudizio non siamo riusciti a ricordare una fiera peggiore di questa 45esima o di questa «prima», faccia lei. Decida liberamente se attenersi agli atti ufficiali prodotti dall’Ente che amministra o dai manifesti in strada. Noi, la nostra idea ce la siamo fatta. Ma siamo altrettanto certi che, con poco sforzo, sareste perfettamente in grado di fare anche peggio. E magari, l’anno prossimo, oltre a supplicare le associazioni locali di partecipare all’inaugurazione della fiera campionaria con raffiche di messaggi via «smartphone», invocherete anche l’intervento dell’Esercito. Tanto, per fare numero.