Giudiziaria

Castanicoltore accusato di abbruciamento di rifiuti, assolto: «il fatto non sussiste».

Determinante, in sede processuale, la difesa dell’avv. Gallo, che ha saputo dimostrare come non vi fossero dolo o consapevole gestione dei materiali rinvenuti.

ROCCAMONFINA – Si è concluso oggi, con una piena assoluzione, il lungo e sofferto processo a carico di un castanicoltore di Roccamonfina, accusato nel maggio del 2020 di abbruciamento illecito di rifiuti. L’uomo era stato sorpreso in quella che è stata definita un’attività consuetudinaria di pulizia dei terreni boschivi, tipica della castanicoltura locale, e ritenuto in presunta flagranza di reato a causa del rinvenimento sul posto di alcune buste di plastica e di un pannello ondulato in eternit.

L’accusa formulata nei suoi confronti era grave: abbruciamento di rifiuti speciali, sia non pericolosi che pericolosi, ai sensi dell’articolo 256-bis del Decreto Legislativo 152 del 2006. Dopo quasi quattro anni di attesa oggi è arrivata la decisione del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere: assoluzione con la formula più ampia possibile, “perché il fatto non sussiste” (art. 530, comma 1, c.p.p.).

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