Acqua, cartelle di pagamento ruolo 2022 annullate: ecco che accade a chi ha pagato.
Rimarrebbe – ma a Teano il condizionale è d’obbligo – la possibilità di una plateale condanna politica…
TEANO (Elio Zanni) – Bollette idriche messe a ruolo nel 2022, ma relative ai consumi del 2015: annullate. Tante le sentenze di cancellazione relative a altrettante cartelle dichiarate quindi: «prescritte». Ma cosa succede adesso a tutti coloro che, invece, hanno pagato? La prederanno, come si sol dire «in saccoccia», oppure per loro è ancora possibile fare qualcosa?
Cosa sarà di tutti coloro che hanno ossequiosamente onorato le richieste di pagamento del comune, di quanti che hanno seguito pedissequamente le indicazioni dei burocrati degli uffici incaricati; pure ufficialmente interpellati e per iscritto?
Cosa potranno fare i cittadini che hanno creduto agli amministratori comunali pro-tempore di maggioranza i quali, della questione fecero un punto di orgoglio parlando di «cartelle ancora valide», persino in Consiglio comunale? Anzi, rimane indimenticabile il passaggio che volle fare sulla questione cartelle lo stesso sindaco quando, in riferimento a degli articoli tecnici apparsi su teanoce CLICCA QUI PER LEGGERE e il messaggioteano dichiarò pubblicamente: «Un avvocato teanese si è cimentato in una disputa giurisprudenziale sull’eventuale prescrizione»; verbatim. Altro che «eventuale prescrizione», viene da dire oggi. Il «misterioso avvocato teanese» aveva visto bene.
La portata del fenomeno.
Dalle brevi ricerche condotte sulle cartelle è possibile ritenere che sarebbero almeno sette (7) quelle, tanto per cominciare, annullate dal Giudice di pace di Teano. Ma c’è da tener conto, per quanto pubblicamente noto, che oltre allo studio legale Barra ci sarebbero almeno altri due avvocati che avrebbero presentato identiche istanze di annullamento. Ci sono poi i Centri autorizzati di assistenza fiscale, i famosi Caf, di cui si ha certezza d’interessamento per un numero non ancora noto di altri casi consimili.
Senza azzardare troppo potremmo, verosimilmente, parlare di un minimo di quaranta (40) cartelle di pagamento annullate. A partire da questo dato e solo volendo calcolare le spese legali che il comune sarà chiamato a rifondere e che il Giudice ha fissato sui 250 euro a pratica, si arriva a ipotizzare un danno complessivo di circa 10mila euro. Il comune di Teano potrà però rivalersi sul funzionario di riferimento e il gioco è fatto.
Uno scaricabarile burocratico economico e legale che non risolve però il problema politico sociale e etico di fondo: perché mai l’amministrazione comunale ha deciso di inviare ai cittadini cartelle di pagamento prescritte o che era facile ipotizzare che fossero scadute? Eppure non si può dire che oggi in amministrazione, lato maggioranza, non vi siano avvocati non in grado di affrontare studiare e capire una simile «sottigliezza» di tipo burocratico-fiscale-amministrativistico, che poi sottigliezza non è. Anzi, al contrario, in amministrazione siedono legali perfettamente in grado di arrivare alle stesse conclusioni di un Giudice onorario.
E allora perché l’amministrazione comunale ha spedito queste maledette cartelle prescritte? Per ignoranza? Sarebbe gravissimo, non ci crediamo e non lo pensiamo nel modo più assoluto. In perfetta buonafede? Sarebbe una ingenuità peggiore dell’ignoranza, non ci crediamo? In malafede cercando di rastrellare comunque il più possibile dai cittadini? Sarebbe l’ipotesi più grave di tutte le altre, non ci crediamo. Meglio arrendersi. Ci arrediamo. Passiamo al lettore la palla che in campo giornalistico attiene la materia del legittimo dubbio.
Passando alla parte pratica del fatto, alla domanda che si fanno tutti e di cui è piena la casella postale di teanoce. Ma cosa succederà adesso e cosa potranno fare a tutti coloro che hanno avuto ossequiosamente adempiuto alle pretese di pagamento dal comune, che accadrò ai cittadini che hanno seguito le indicazioni dei burocrati degli uffici incaricati e degli stessi amministratori comunali pro-tempore di maggioranza?
La non ripetitività delle sentenze e l’acquiescenza del debitore.
Ebbene, purtroppo pare proprio che per loro non ci sia scampo, l’annullamento delle 40 cartelle come forfettariamente calcolate, per legge non si estende sui pagamenti già eseguiti? In termini legali si parla di «non ripetitività della sentenza». Ergo: i cittadini pagatori non potranno richiedere nessun rimborso, pur avendo versato somme a loro volta per legge non dovute in quanto debito prescritto.
Si parla, in questo casi, di acquiescenza del debitore. Una bella frase che restituisce la netta sensazione di cittadini che per motivi vari, magari pur avendo avuto sentore di un possibile errore, hanno comunque deciso accondiscendere alla richiesta del comune e quindi: pagare. Insomma, sembra proprio che valga per chi ha pagato il famoso e italianissimo articolo quinto: chi tiene in mano ha vinto.