Vigili Urbani col contagocce: aperti solo 4 ore per 2 giorni su 7, malgrado le nuove assunzioni. Cresce lo scontento popolare.

A rischio frattura il rapporto tra cittadini e guardie municipali, da sempre fiore all’occhiello del Comune di Teano. Eppure basterebbe imitare i Carabinieri.
TEANO (Elio Zanni) – Incredibile, eppure marchiato a fuoco nella cronaca locale (con buona pace dei suscettibili politici residenti protempore di Palazzo San Francesco): il Comando dei Vigili Urbani di Teano apre le sue porte al pubblico con una parsimonia ritenuta dall’opinione pubblica: degna di un avaro. Ossia: solo due giorni alla settimana, lunedì e giovedì, e per un lasso di tempo che rasenta l’elemosina: dalle 8.30 alle 12.30.
Un orario ridotto all’osso, che impallidisce al confronto con i tempi in cui i veterani della Municipale, oggi in pensione, garantivano una presenza ben più capillare, persino quando il presidio del vasto territorio di teanese (di 89, 43 km²) era affidato a un coraggioso manipolo di soli tre agenti, recentemente insigniti di meritati gradi di Maresciallo. Ma com’è possibile una situazione del genere?
Compiti e ruoli
Amministratori pubblici, politici locali: è inutile irritarsi per questa situazione percepita da tantissimi come disservizio. Si nutrivano ben altre speranze di «front office» con l’innesto di nuove forze nel Comando di Piazza del Municipio, che oggi vanta la presenza di ben otto unità, comandante incluso: il sociologo dottor Fabio De Francesco. E proprio al Comandante, figura apicale, responsabile verso il sindaco pro-tempore Giovanni Scoglio, è demandato il compito di studiare il miglior impiego possibile, tecnico-operativo, del Corpo, oltre che verificare formazione e disciplina sulla quale non mettiamo lingua. Al Comandante è anche demandata la regia di un’organizzazione che la gente si aspetta sia sempre più funzionale, con un migliore rapporto diretto cittadini-forze dell’ordine.
Come saranno letti dai diretti interessati questi fatti, queste notizie come sempre assolutamente vere e queste esortazioni/denunce? Non lo sappiamo. Ma appare oltremodo evidente come, oggi come oggi, chi detiene le redini decisionali su orari, modalità di apertura e turni di servizio quotidiani – unitamente a un’amministrazione comunale – non percepisca affatto il crescente malcontento che serpeggia tra la cittadinanza. Il senso di delusione che pervade la gente quando s’imbatte in quella porta sbarrata, il mugugno che giunge puntualmente, via email, telefonicamente e direttamente, alle orecchie del Giornale.
È un dato di fatto: la scarna disponibilità al pubblico di un presidio di Polizia Municipale, ridotta a poche ore settimanali, desta sincera inquietudine tra cittadini, utenti, contribuenti e amministrati. É come la storia dell’eliminazione dei parcheggi auto a tempo determinato, con disco orario: nessuno riesce a capire il senso di un simile provvedimento. É come un’ombra che si allunga sull’efficienza percepita dei servizi e sulla tanto decantata prossimità delle istituzioni. Del resto, come si fa a istituire un proficuo rapporto sociale collaborativo tra due parti, con così poche poche ore di confronto diretto a disposizione?
Col personale o con la tecnologia…

E allora, ci sia consentito suggerire, dall’alto solo e soltanto di personali esperienze 40ennali con aziende privare quotate in borsa…, che problemi come quelli di che trattasi possono benissimo essere risolti, se non con l’impiego di altro personale sicuramente con l’utilizzo di un po’ di tecnologia; anche obsoleta. È un dogma delle grandi realtà produttive. Si cominci, dunque, col mettere a disposizione dei cittadini – quando il comando è chiuso – almeno un numero di telefono fisso o mobile, col sistema di DEVIAZIONE DI CHIAMATA sul numero mobile di un agente in servizi e in turno. Più avanti, si potrà parlare anche di reperibilità. Ma per il momento l’opinione è quella che siamo messi proprio male.
La vecchia e buona deviazione di chiamata. Il sistema potrebbe servire in casi di emergenza, per segnalare carenze di servizi essenziali, a cittadini in seria difficoltà fisica per segnalare abusi e presenze e movimenti sospetti. Ma ci pensate? L’immagine stessa del Comando stazione Polizia municipale ne trarrebbe grande giovamento. Soprattutto agli occhi della gente, che si sentirebbe confortata, orgogliosa e onorata di sentire dall’altro capo del telefono una voce vera, una voce amica: la voce di un Vigile urbano. Così come accade con i Carabinieri, la Polizia, la Guardia di Finanza. Non è poco e ci vuole poco.
Amarcord

Se questo può confortare, si sappia che una cosa del genere è già esistita a Teano. E funzionava. Maggiormente con il grande Comandante dei Vigili Urbani, il Maggiore Antonio Di Nardo che oltre alla deviazione di chiamata dotò le auto di servizio di apparecchi radio ricetrasmittenti geo-localizzabili. Oltre a una regia di monitoraggio video piazzata nella sala di contatto con i cittadini. Funzionò tutto bene finché Di Nardo rimase al Comando di piazza del Municipio, poi tutto scivolò inesorabilmente nel disuso e nel pubblico dimenticatoio. Succedono spesso queste cose a Teano. CLICCA E LEGGI UN PEZZO DI VITA DEL GRANDE COMANDANTE.
L’esempio dei Carabinieri

Per finire pare giusto fare un rispettoso paragone, dato il consimile numero delle forze in organico, con la Caserma dei carabinieri di Teano, retta dal Comandante Salvatore Canelli. In viale Italia si contano più o meno le stesse unità in servizio, con responsabilità tra l’altro illimitate, eppure l’organizzazione regge, svolge le sue funzioni con la presenza assidua di un piantone in ufficio e una pattuglia per strada. C’è persino il presidio del mercato settimanale.
E quando, a sera, la Caserma chiude i battenti: scatta una benedetta deviazione di chiamata: al numero fisso di Teano risponde Capua. Insomma, un po’ di «tecnologia» in più basterebbe al Comando vigili per fare ciò che è già stato fatto in passato. Come? Anche semplicemente guardando l’esempio dato dai Carabinieri. Si tratta di lavorare offrendo la percezione di una maggiore disponibilità verso il prossimo. Perchè la gente, quella che, viste le tasse, le imposte e i contributi versati, potremmo agevolmente definire il «pubblico pagante», il popolo dei «tartassati» ha bisogno e diritto di usufruire di una maggiore vicinanza con i signori Vigili urbani che non sono stati certo assunti solo per fare le multe.