Economia Politica

Psaut costretti a gestire tutti i codici, ma senza le risorse dei veri Pronto Soccorso

Si sollevano Cisl, Uil e Fials: La chiusura dei PS mette a rischio la salute dei cittadini. Idem per i punti nascita che si tenta di salvare col riconoscimento di zona disagiata. Ma se funziona, «disagiamo» anche Teano

TEANO / CAPUA / SAN FELICE A CANCELLO / CASERTA (Elio Zanni) – La chiusura indiscriminata dei Pronto Soccorso in diversi ospedali della provincia di Caserta, tra cui quella che esisteva nell’importante presidio di Teano Ave Grazia Plena, sta scatenando – ma solo ora… – un’ondata di proteste e un allarme crescente nella popolazione sanitaria e persino (persino) nei sindacati… La decisione assunta tanto tempo fa di ridimensionare o chiudere queste strutture vitali sta avendo oggi, inesorabilmente, conseguenze disastrose. Serve a qualcosa ricordare a tutti: ve lo avevamo detto? Pensate che idea geniale: i Pronto soccorso furono ridotti a semplici Psaut: Presidio Sanitario di Assistenza e Urgenza Territoriale. Non vi lasciate ingannare dalla roboante denominazione, perchè si tratta di un 118 a posto fisso spesso popolarmente ridefiniti «cerottifici».

All’epoca il vecchio Comitato per l’Ospedale più il vescovo indimenticabile Francesco Tommasiello e un popolo isolato e sparuto in un corteo composto soprattutto da studenti girano per le vie di Teano al grido (inascoltato) di: l’Ospedale non si tocca. E invece ci fu scippato, con un trucco e una promessa non mantenuta: la riapertura dopo la ristrutturazione. E ora ci viene solo da dire: ma coloro che consentirono tali scempi, che fine hanno fatto? Non è che – Dio non voglia – stanno ancora in giro a chiedere voti? Per fortuna, a parte certi politici «eternauti», tutti gli altri sono spariti dalla circolazione, per età o perchè riciclati in altri Enti; spesso inutili. Pian piano ci fu tolto tutto. Ospedale e pure il Pronto soccorso. Nonostante la struttura interamente rinnovata e collaudata era ed è dotata di due avveniristiche sale operatori; poi cannibalizzate. Nacque l’Ospedale di comunità, per l’assistenza ad anziani in lungodegenza. Tutti gli altri ambienti furono utilizzati come sede del Distretto Sanitario N.14 che all’inizio contemplava numerosi Ambulatori via via fatti migrare – approfittando dei pacifici cittadini di Teano – in altri comuni. E al posto del PS, pronto soccorso spuntò una postazione 118 a posto fisso.

La questione dei comuni disagiati

In realtà non avrebbero dovuto e potuto toccare nulla. L’Ospedale non poteva essere chiuso. Il pronto soccorso non poteva essere chiuso. Il motivo? Teano è zona DISAGIATA (bastava farlo riconoscere come status presso la Regione Campania): ha pochissimi servizi, nessuna clinica privata e le arterie di grandi comunicazioni Appia e Casilina la sfiorano appena; a differenza di altri comuni che ne sono letteralmente attraversati. Abbiamo riscoperto l’importanza di questa classificazione «zona disagiate», in questi mesi quando, con l’applicazione di una norma nazionale sul limite inferiore di parti effettuati, gli ospedali di Sessa e Piedimonte si sono visti chiudere i reparti.

«Dio quanto siamo fortunati, siamo disagiati»

Comuni ai quali auguriamo il ripristino il più presto possibile dei punti nascita, ma dove i residenti sono numerosi e la gente si muove, i sindaci alzano la voce e qualche politico regionale mette in campo stratagemmi per non perdere servizi sanitari. Stratagemmi che, per ora, non sembrano funzionare. Parliamo appunto del riconoscimento per Sessa e Piedimonte di «zona o area o comune disagiato». La grande manovra politica è riuscita, ma allora perchè non funziona? Perchè i punti nascita sono ancora chiusi? Siamo arrivati al punto che essere DISAGIATI debba considerarsi un fortuna. «Dio quanto siamo fortunati, siamo disagiati», dovrebbero dire a questo punti gli abitanti di Sessa e Piedimonte. Il motivo è semplice. Pagando lo scotto di questo quasi insulto la legge consente di derogare alle limitazioni previste dalle normative nazionali n ambito sanitario, scolastico e infrastrutturale. Nel caso specifico: salta il limite inferiore dei 500 parti in dodici mesi e il punto nascita dovrebbe – diciamo pure DEVE – ritenersi salvo. Per il momento non sta funzionando – purtroppo – tanto che sono in corso delle manifestazioni di protesta.

E allora, anche Teano ha diritto ad essere DISAGIATA

Ma, attenzione, se dovesse funzionare (come ci auguriamo) non vi pare che sarebbe giusto far dichiarare anche TEANO COMUNE DISAGIATO. Nulla di più facile e più giusto paragonando Teano con Sessa o Piedimonte pieni zeppi di servizi, Guardia di Finanza, Tenenza dei Carabinieri, cliniche, ospedali esistenti ed altri in arrivo e grosse vie di comunicazione. Per favore dichiarateci disagiati, poveri, disgraziati, straccioni, con le pezze al culo, isolati dal resto del mondo, ma ridateci i servizi essenziali, un vero Pronto soccorso al posto del 118 a posto fisso detto Psaut o cerottificio, ridateci gli ambulatori che mancano al Distretto sanitario 14.

Dunque, i provvedimenti delle brillanti menti della sanità casertana ci hanno ridotto al boom di accessi impropri (codici bianchi e verdi) che intasano i Pronto Soccorso ancora operativi e le postazioni di primo soccorso (Psaut) rimaste attive. Questa situazione non solo mette a dura prova il sistema sanitario locale, ma espone i cittadini a gravi rischi per la loro salute, ritardando l’assistenza per le vere emergenze. A Teano sono anni che, prima il Comitato per l’Ospedale e oggi l’Associazione Difesa Servizi Sanitari si sollevano proteste e si urlano queste cose.

La denuncia, in un clima già surriscaldato da un aumento degli accessi per problemi minori come abbassamenti di pressione o lievi disturbi addominali, parte con forza dalla Cisl Fp di Caserta. Raffaele Diglio, rappresentante della Valle di Suessola, evidenzia con preoccupazione l’urgenza di potenziare drasticamente la medicina territoriale come unica via per alleviare la pressione insostenibile sui reparti di emergenza dei nosocomi di Terra di Lavoro.

Psaut utilizzati male? É chiaro: servono più Pronto Soccorso

In tutta la provincia di Caserta, attualmente, sono attivi solo 3 Psaut a San Felice a Cancello, Capua e Teano e solo in quello suessolano, nell’ultimo anno, si sono registrati più di 10mila accessi, non essendoci in zona presidi ospedalieri da poter assorbire l’utenza che non fa differenza di codice. Un numero spropositato se si considera la mancanza di ospedali nella zona in grado di assorbire l’utenza. Questo significa che un’intera area è lasciata priva di un punto di riferimento ospedaliero adeguato, con il Psaut costretto a gestire ogni tipo di codice, senza la differenziazione e le risorse tipiche di un Pronto Soccorso. MA SE LA GENTE ARRIVA ALLO PSAUT CON CODICI SBAGLIATI NON SIGNIFICA CHE OCCORRONO PIU’ PSAUT… MA UN NUMERO MAGGIORE DI PRONTO SOCCORSO. Lo capiscono questo i sindacati ospedalieri? Hanno il coraggio di mirare più in altro di una postazione del 118 a posto fisso? Avanti, coraggio, alzate la testa: fate onore alle vostre sigle sindacali.

«Queste strutture» ha proseguito a dire, in una intervista sui cartacei il rappresentante della Cisl Fp – sebbene a diretto contatto con il territorio, sono state pensate per una gestione mirata dei codici bianchi e verdi, non per sostituire un Pronto Soccorso». Con un po’ più di coraggio Diglio avrebbe anche potuto dire: riattiviamo i Pronto Soccorso lì dove sono stato scippati alla gente e le strutture lo consentono. Riattiviamo i Pronto Soccorso dove le amministrazioni comunali e le Conferenze dei sindaci dei distretti avanzano precisa richiesta. Si fa prima ed è meglio no? Non è che quando ti arriva una persona in crisi all’ingresso della struttura puoi stare lì a decidere se sei attrezzato abbastanza o meno per spedirlo altrove o farlo crepare sul posto? Giusto? Teano, per esempio, i pronto soccorsi più vicini stanno a una distanza tale che se il tuo problema è un infarto in corso e la strada è intasata, rischi di crepare in ambulanza. Diglio, con tutto il bene che ti voglio (scusa la rima) la richiesta di qualche medico in più al Psaut pare veramente poca cosa. Già, soprattutto se il paziente lascia il mondo dei vivi lungo il percorso per l’Ospedale più «vicino»?

L’esempio della Minoranza del Consiglio comunale di Teano

A dire la verità, a nostro avviso, il «cislino», del resto tra i più preparati, poteva anche essere più coraggioso e proporre, lì dove possibile e se richiesto dalle Conferenze dei sindaci del Distretto e dai Consigli comunali, di riaprirli questi benedetti Pronto Soccorso.

Dove è anche logisticamente possibile, Come a Teano che ha già una struttura a norma e ben due sale operatorie INUTILIZZATISSIME. Se servono servono e troppi ne sono stati chiusi. Ma non si tratta certo di un processo irreversibile, toccherebbe solo guardare più lontano, programmare a medio termine, proporre dei tavoli di lavoro per contribuire (con le giuste idee) alla stesura dei prossimi Piani sanitari. Un esempio è l’iniziativa intrapresa dai tre gruppi di minoranza presenti nel Consiglio comunale di Teano: SiAmoTeano, assieme a Teano 2.0 e Teano Moderata. CLIKKA E LEGGI LA NOTIZIA Del resto è il momento giusto per parlarne perchè il Piano Sanitario nazionale in vigore è in scadenza. Come per i treni: se prenoti becchi il treno che passa, se non prenoti resti sempre a piedi. Teano deve muovere le sue richieste, in modo tale da vedere chi nelle alte sfere si mette di traverso.

La gestione fallimentare dei servizi territoriali

La gestione fallimentare dei servizi territoriali finisce sul banco degli imputati anche per Mario Falco, segretario provinciale Uil Fp. «Il numero elevatissimo di accessi ai Psaut –  ha avuto modo di dichiarare Falco – è un chiaro segnale che qualcosa non funziona. La carenza di un’assistenza di base efficiente costringe i cittadini a un ricorso improprio alle emergenze, intasando il sistema e rallentando gli interventi per i casi più gravi».

Sulla stessa lunghezza d’onda si trova Salvatore Stabile, segretario provinciale Fials, che ha pubblicamente sottolineato la necessità impellente di potenziare gli ambulatori infermieristici, attualmente presenti solo ad Aversa, Trentola Ducenta, Maddaloni e Santa Maria Capua Vetere. «La situazione è incredibile e richiede un intervento su due fronti. Il primo è quello cronico, legato alla carenza di personale medico e infermieristico in tutte le strutture sanitarie del Casertano».

I «casi limite» di San Felice a Cancello, Capua e Teano

Questo problema è amplificato dal fatto che i Psaut, come quelli di San Felice a Cancello o Capua o Teano devono far fronte a richieste esorbitanti a causa della chiusura dei Pronto Soccorso negli ospedali di Maddaloni e Santa Maria Capua Vetere e nello stesso ex ospedale di Teano. Siamo al cane che si morde la coda. Ogni chiusura di un Pronto Soccorso non fa altro che scaricare il problema su altre strutture già al limite, mettendo a repentaglio la vita dei cittadini.