Il borgo medioevale si sgretola: via Porta Roma chiusa al traffico automobilistico, per caduta pietre, grondaie e cornicioni
Il dissesto si mette in coda ai casi ancora da risolvere tra i quali spiccano: via Nicola Gigli e vico Tansillo. Senza dimenticare il Campanile dell’Annunziata…
TEANO (Elio Zanni) – Anni di incuria, pubblica e privata, e il cuore del centro storico sidicino si sbriciola. Stavolta, in questo infuocato, puzzolente e velenoso agosto 2025, è toccato a via Porta Roma, una strada di congiunzione tra la piazza centrale di Teano e piazza Guglielmo Marconi. Da un antico palazzo privato sono venuti giù pezzi di grondaie, intonaco e frammenti di tufo. Per fortuna non è vero che «è crollato il palazzo», come invece si legge in un impreciso comunicato diffuso dai vertici dell’Amministrazione comunale, ma la situazione è ugualmente assai preoccupante. Lì ci sono pietre distaccate che sembrano venire giù da un momento all’altro.
Come si vede dalle foto, la struttura edile che sormonta uno dei balconi presenta dei blocchi di tufo grigio quasi completamente staccati. Non c’è più legante tra i tufi, che sembrano reggersi per pura scommessa, per miracolo.. Magari sarebbe il caso di farli cadere con apposite attrezzature, da parte dei Vigili del Fuoco, ma non lo diciamo a voce alta per non essere additati quali “professori di vesuviana”.
Il caso di via Porta Roma allunga la bruttissima lista di palazzi cadenti e strutture pericolanti, a volte interessate da iniziali lavori di messa in sicurezza e successive ristrutturazioni mai concluse. È il caso del palazzo di via Nicola Gigli, di cui si ha memoria dal mese di luglio 2020: i tubi dell’impalcatura sono gli unici veri innocenti di un cantiere eterno e di una situazione di degrado che rende vergognoso il borgo medievale in questa zona.

Altri ponteggi ormai diventati monumenti archeologici (risalenti al lontano 2018), al punto che rischiano di finire sotto tutela della Soprintendenza, sono quelli di vico Tansillo. L’impalcatura fu montata per mettere in sicurezza un antico palazzo che sta letteralmente crollando, proprio a ridosso di due abitazioni abitate da tre famiglie. E tra quelle impalcature, di notte, si dice succeda di tutto: un vero e proprio terzo mondo a due passi dal palazzo della politica locale, un Bronx in pochi metri di strada comunale.
C’è un altro caso di precarietà strutturale con improvvisato ponteggio in vico Viola, che però, ormai, è finito nel dimenticatoio. E spesso di tende a dimenticare il Campanile dell’Annunziata, legato come un salame e lasciato in attesa dei fondi promessi. Per cui, di fronte all’ultimo dei casi in ordine di tempo – in via Porta Roma – ci viene solo da pensare e sperare che non si ripetano le solite sequenze tragicomiche: dopo il crollo di cornicioni, stucchi, tegole e pietrame vario, scatta la chiusura totale o parziale delle strade, poi nella migliore delle ipotesi arrivano i ponteggi ed è finita lì.
I lavori proseguono con una lentezza estenuante. Nessuno sembra in grado di imporre una volontà superiore, tesa all’interesse pubblico, e nessuno avvia i lavori in danno. La scena si congela, si cristallizza, come per un malefico sortilegio. E passano i mesi, gli anni e anche le amministrazioni comunali, ma in un perverso “giogo” di alternanza e mai più di alternativa.






