Cronaca nera

Borgo Medievale in rovina. Caduta pietre: edificio di Gradoni Santa Maria De Foris

A rischio la sicurezza dei passanti. Il sogno (possibile) dei residenti: una piazzetta, al posto di quelle macerie

TEANO (Elio Zanni) – Anni e anni d’incuria privata e pubblica distrazione, mentre il borgo medievale si sbriciola. Un degrado così diffuso che “si fa sentire anche dai sordi”, con sassi che cadono dai palazzi diruti sui passanti. Dopo via Roma – dove, in seguito alla nostra denuncia, sono state almeno fermate con delle tavole di legno le pietre in procinto di cadere, ma il problema strutturale resta, mentre le transenne rimosse di continuo sono un optional – stavolta l’attenzione si sposta su Gradoni Santa Maria De Foris: una traversa storica dell’altrettanto antica via Nicola Gigli, a Teano.

Qui, nei meandri del borgo, ma a vista e a pochi passi dal secondo ingresso della scuola Giuseppe Garibaldi, la situazione è drammatica: non esiste più la parte interna dell’edificio dal quale cadono pezzi di cornicione, pluviali e pietre di tufo. È incredibile. Ci sono solo le mura perimetrali e la cadente, minacciosa, facciata prospiciente la pubblica strada. Sul posto si sono recati, oggi intorno alle 16.30, i Vigili urbani del Comandante, Vincenzo Di Rosa. Occorreranno delle verifiche da parte del sempre impegnato Ufficio tecnico comunale. Nel frattempo, via libera al nastro segnaletico per indicare il pericolo per la pubblica e privata incolumità.

Lo sanno bene i residenti delle attigue abitazioni, che da anni subiscono le conseguenze di questa già definita “incuria privata e pubblica distrazione”: infiltrazioni di acqua piovana, umidità nelle stanze che condividono le stesse mura perimetrali del palazzo abbandonato e altri effetti consimili. Non mancano le denunce, gli affidamenti del caso e dei danni ai legali, ma finora con nessun effetto positivo. Pare che nessuno, nemmeno lo stesso Comune di Teano, sappia ancora chi siano i proprietari del palazzo.

Certo, questo impedisce anche il “consolidamento in danno” e la messa in sicurezza. Opere che risulterebbero comunque dispendiose e dispersive. Basta recarsi sul posto e non accontentarsi del racconto di terze persone per accorgersi che lì, la cosa migliore da fare sarebbe quella di abbattere quel pericoloso obbrobrio e creare uno spazio pubblico, magari un parco, da lasciare alla pubblica fruizione dei residenti e dei piccoli alunni della vicinissima scuola elementare Garibaldi.